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Il Papa ai medici in Africa: “ Penso alle mamme che non possono avere un parto sicuro”

Papa Francesco incontra questa mattina in Aula Paolo VI i partecipanti all’incontro promosso da Medici con l’Africa.

Il Papa con i Medici per Africa Cuamm |  | Vatican Media / ACI Group Il Papa con i Medici per Africa Cuamm | | Vatican Media / ACI Group

Papa Francesco incontra questa mattina in Aula Paolo VI i partecipanti all’incontro promosso da Medici con l’Africa CUAMM. 

 “Mi piace sottolineare il fatto che la vostra storia comincia quando, 70 anni fa, nasce a Padova un collegio per ospitare giovani studenti di medicina africani. Giovani africani. Già da qui si vede lo stile vostro: essere con l’Africa, prima ancora di essere per l’Africa. Voi siete con Africa perché c’è questo atteggiamento brutto che l’Africa va sfruttata. Un mese fa più o meno ho avuto incontro studenti africani, sono rimasto meravigliato. L’Africa va promossa. O meglio insieme: con e per".
 
"La vostra opera è un modo concreto di mettere in pratica una cosa che chiediamo ogni giorno nel “Padre nostro”. Noi domandiamo al Padre celeste: “Dacci oggi il nostro pane quotidiano”. E questo “pane” è anche la salute. La salute è un bene primario, come il pane, come l’acqua, come la casa, come il lavoro. Voi vi impegnate perché non manchi il pane quotidiano a tanti fratelli e sorelle che oggi, nel XXI secolo, non hanno accesso a un’assistenza sanitaria normale, di base. È vergognoso. Oggi, mentre si spendono miliardi per le armi, o si bruciano altre enormi risorse nell’industria dell’effimero e dell’evasione. Quando preghiamo “dacci oggi il nostro pane quotidiano”, dovremmo pensare bene a quello che diciamo, perché tanti, troppi uomini e donne, di questo pane, ricevono solo le briciole, o nemmeno quelle, semplicemente perché sono nati in certi luoghi del mondo. Penso a tante mamme, che non possono avere un parto sicuro e a volte perdono la vita; o a tanti bambini, che si spengono già nella prima infanzia”, commenta il Papa.

"La vostra presenza qui oggi porta il mio cuore vicino a Paesi che mi sono particolarmente cari, come la Repubblica Centrafricana, dove sono stato nel 2015 per aprire la Porta Santa, a Bangui; e il Sud Sudan dove, a Dio piacendo mi recherò all’inizio del prossimo anno. Sono paesi poverissimi e fragili, che il mondo considera importanti solo per le risorse da sfruttare e che invece il Signore considera suoi prediletti, nei quali vi manda ad essere buoni samaritani, testimoni del suo Vangelo. Non abbiate timore ad affrontare sfide difficili, a intervenire in luoghi remoti e segnati dalla violenza, dove le popolazioni non hanno la possibilità di curarsi. Siate con loro! Dovessero occorrere anni di fatiche, dovessero susseguirsi delusioni e fallimenti per ottenere dei risultati, non scoraggiatevi. Perseverate con il servizio ostinato e il dialogo aperto a tutti come strumenti per la pace e il superamento dei conflitti”, dice chiaro il Pontefice. 

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Poi, un invito. “Vi incoraggio anche a continuare a lavorare insieme con le congregazioni religiose missionarie, impegnate generosamente nel settore sanitario in Africa. Lavorare insieme unendo le forze, mettendo a disposizione la vostra esperienza e competenza, sostenendo l’innovazione sociale ispirata dal Vangelo, esplorando anche nuove forme di finanziamento dei servizi sanitari rivolti ai più poveri.
La pandemia del Covid, la guerra e la grave crisi internazionale stanno mettendo tutti a dura prova. Anche la siccità, in Kenya una tragedia per la siccità. E se è difficile per il mondo sviluppato, lo è ancora di più per l’Africa, dove le conseguenze sono drammatiche, perché le popolazioni sono già molto povere e mancano sistemi di protezione sociale. L’Africa sta tornando indietro e la povertà si sta aggravando. I prezzi delle derrate alimentari stanno salendo ovunque portando fame e malnutrizione; i trasporti sanitari sono bloccati per il costo eccessivo del carburante; i farmaci e il materiale sanitario scarseggiano ovunque. È una “guerra” nascosta, che nessuno racconta e sembra non esistere e impatta invece in modo durissimo, specie sui più poveri. Il Signore vi aiuti ad attraversare con coraggio questa “notte”, sottolinea il Papa.

"Con il cuore rivolto all’aurora, che illuminerà quei piccoli germogli di speranza che già intravediamo e di cui voi stessi siete testimoni. Vi ringrazio perché vi fate voce di ciò che sta vivendo l’Africa; perché portate a galla le sofferenze nascoste e silenziose dei poveri che incontrate nel vostro impegno quotidiano. E vi esorto a continuare a dare voce all’Africa, dare spazio perché possa esprimersi, continuare a dare voce a quello che non si vede, alle sue fatiche e alle sue speranze, per smuovere la coscienza di un mondo a volte concentrato troppo su sé stesso e poco sull’altro. Il Signore ascolta il grido del suo popolo oppresso e ci chiede di essere artigiani di un nuovo futuro, umili e tenaci, con i più poveri. Infine, vi invito ad avere un’attenzione speciale per i giovani: a favorire in ogni modo, nelle vostre attività, l’inserimento lavorativo della gioventù locale, così desiderosa di vivere il proprio futuro da protagonista soprattutto nei Paesi di origine. Io sono rimasto commosso di questo incontro via zoom che ho avuto con i giovani africani. Intelligenza, inquietudine, sono un tesoro. Quando ero in visita a Bangui avevo incontrato una suorina che da più di 50 anni è in Africa era venuta a Bangui con la canoa per fare la spesa , aveva fatto più di 2.000 parti, era un ostretica, era semplice. Aveva una figlia, ma non sua figlia, la mamma era morta durante il parto, lei l’aveva adottata legalmente. Siate coraggiosi con questi pionieri che noi abbiamo davanti a noi”, conclude il Papa.
 
 
Francesco successivamente partirà per Asti dove vi resterà fino a domani