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Il Papa alla Cei, la sensibilità ecclesiale, dalla lotta alla corruzione alla collegialità

Il Papa apre la Assemblea della Cei | Il Papa apre la Assemblea della Cei | Marco Mancini/Acistampa Il Papa apre la Assemblea della Cei | Il Papa apre la Assemblea della Cei | Marco Mancini/Acistampa

La sensibilità ecclesiale secondo Francesco. Il discorso che il Papa propone ai vescovi italiani riuniti per la loro 68° assemblea generale, dedicata alla Evangelii gaudium, si apre con un grazie per questa scelta, ma passa subito a mettere in evidenza i punti critici della vita ecclesiale.

E se pure la situazione mondiale sembra “realisticamente poco confortante - la nostra vocazione cristiana ed episcopale è quella di andare contro corrente” dice il Papa ed esser “ testimoni gioiosi del Cristo Risorto per trasmettere gioia e speranza agli altri.”

Una serie di riflessioni e domande che vengono da due anni di pontificato e incontri con le Conferenze Episcopali di tutto il mondo con una evidente necessità di una maggiore sensibilità ecclesiale: “ossia appropriarsi degli stessi sentimenti di Cristo, di umiltà, di compassione, di misericordia, di concretezza e di saggezza.”

Combattere, senza timidezza, “la corruzione pubblica e privata che è riuscita a impoverire, senza alcuna vergogna, famiglie, pensionati, onesti lavoratori, comunità cristiane, scartando i giovani, sistematicamente privati di ogni speranza sul loro futuro, e soprattutto emarginando i deboli e i bisognosi. Sensibilità ecclesiale che, come buoni pastori, ci fa uscire verso il popolo di Dio per difenderlo dalle colonizzazioni ideologiche che gli tolgono l’identità e la degnità umana.”

E poi le scelte pastorali nella quali “non deve prevalere l'aspetto teoretico-dottrinale astratto, quasi che i nostri orientamenti non siano destinati al nostro Popolo o al nostro Paese - ma soltanto ad alcuni studiosi e specialisti - invece dobbiamo perseguire lo sforzo di tradurle in proposte concrete e comprensibili.”

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Un invito a dare più spazio al ruolo dei laici che, debitamente formati “non dovrebbero aver bisogno del Vescovo-pilota, o del monsignore-pilota o di un input clericale per assumersi le proprie responsabilità a tutti i livelli, da quello politico a quello sociale, da quello economico a quello legislativo! Hanno invece tutti la necessità del Vescovo Pastore!”

E poi la collegialità da vivere tra le varie realtà ecclesiali, anche tra le periferie e il centro

Invece, dice il Papa, in molti casi no la si vede “sia nella determinazione dei piani pastorali, sia nella condivisione degli impegni programmatici economico-finanziari.” E, rimprovera ancora il Papa: “ manca l'abitudine di verificare la recezione di programmi e l'attuazione dei progetti, ad esempio, si organizza un convegno o un evento che, mettendo in evidenza le solite voci, narcotizza le Comunità, omologando scelte, opinioni e persone. Invece di lasciarci trasportare verso quegli orizzonti dove lo Spirito Santo ci chiede di andare.”

Poi un esempio che farà molto discutere la assemblea: “perché si lasciano invecchiare così tanto gli Istituti religiosi, Monasteri, Congregazioni, tanto da non essere quasi più testimonianze evangeliche fedeli al carisma fondativo? Perché non si provvede ad accorparli prima che sia tardi sotto tanti punti di vista?”

Vero è che in molti casi i monasteri femminili vuoti vengono assorbiti dalle congregazioni maschili, ma certo non è facile accorpare i carismi. Alcuni vescovi stanno già affrontando parecchie difficoltà in questo senso. E sarà anche questo uno dei temi della assemblea.

Mi fermo qui, dopo aver voluto offrire soltanto alcuni esempi sulla sensibilità ecclesiale indebolita a causa del continuo confronto con gli enormi problemi mondiali e dalla crisi che non risparmia nemmeno la stessa identità cristiana ed ecclesiale.

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La conclusione del Papa è una preghiera per il Giubileo della Misericordia una richiesta di avere «la gioia di riscoprire e rendere feconda la misericordia di Dio, con la quale tutti siamo chiamati a dare consolazione a ogni uomo e a ogni donna del nostro tempo”

La sessione si è aperta con la preghiera e poi con la lettura del Vangelo, che il Papa ha commentato con una battuta: “certo Matteo ricordava sempre che la Maddalena aveva ospitato sette demoni, ma poi penso, chissà quanti ne ho ospitati io! E allora sto zitto!”

Domani mattina sarà la volta del Cardinale Bagnasco con la sua prolusione a dare il voi ai lavori dopo questo primo incontro con il Papa.