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Il Papa: "Gli emigranti possono generare storie di santità. Come Santa Francesca Cabrini"

L'Udienza del Papa ai Partecipanti al Convegno promosso dalla Fondazione Migrantes della CEI

Papa Francesco |  | Vatican Media / ACI Group Papa Francesco | | Vatican Media / ACI Group

Papa Francesco in Vaticano saluta e ringrazia la Fondazione Migrantes e i collaboratori al servizio delle comunità e delle missioni di lingua italiana in Europa. Dal 9 al 12 novembre 2021 è in corso a Roma il Convegno europeo delle Missioni Cattoliche Italiane sul tema “Gli italiani in Europa e la missione cristiana. Radici che non si spezzano ma che si allungano ad abbracciare ciò che incontrano”, promosso dalla Fondazione Migrantes della Conferenza Episcopale Italiana. "Vorrei condividere tre riflessioni che spero possano aiutarvi nel presente e nel futuro", dice il Papa nell'Udienza.

"La prima riguarda la mobilità, la migrazione - dice Papa Francesco - Spesso vediamo i migranti solo come altri da noi, come estranei. In realtà, anche leggendo i dati del fenomeno, scopriamo che i migranti sono una parte rilevante del “noi”, oltre che, nel caso degli emigranti italiani, delle persone a noi prossime: le nostre famiglie, i nostri giovani studenti, laureati, disoccupati, i nostri imprenditori. Il noi, dunque, per leggere la mobilità".

La seconda riflessione del Papa interessa l’Europa. "La lettura dell’emigrazione italiana nel Continente europeo ci deve rendere sempre più consapevoli che l’Europa è una casa comune. Anche la Chiesa in Europa non può non considerare i milioni di emigranti italiani e di altri Paesi che stanno rinnovando il volto delle città, dei Paesi. L’Europa è chiamata a rivitalizzare nell’oggi la sua vocazione alla solidarietà nella sussidiarietà", commenta Francesco.

La terza riflessione riguarda la testimonianza di fede delle comunità di emigrati italiani in Paesi europei. "Grazie alla loro radicata religiosità popolare hanno comunicato la gioia del Vangelo, hanno reso visibile la bellezza di essere comunità aperte e accoglienti, hanno condiviso i percorsi delle comunità cristiane locali. Uno stile di comunione e di missione ha caratterizzato la loro storia, e spero che potrà disegnare anche il loro futuro. Si tratta di un bellissimo filo che ci lega alla memoria delle nostre famiglie", sottolinea Francesco.

Per il Papa "questo dipende molto dal dialogo tra le generazioni: specialmente tra i nonni e i nipoti. Infatti, i giovani italiani che oggi si muovono in Europa sono molto diversi, sul piano della fede, dai loro nonni, eppure in genere sono molto legati ad essi. Ed è decisivo che rimangano attaccati alle radici: proprio nel momento in cui si trovano a vivere in altri contesti europei, è preziosa la linfa che attingono dalle radici, dai nonni, una linfa di valori umani e spirituali".

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Il Papa ha aggiunto poi a braccio: "Ricevere, accompagnare, promuovere, integrare. I quattro passi. Se non arriviamo all'integrazione possono dare dei problemi, e gravi. A me viene sempre in mente la tragedia di Zaventem: coloro che hanno fatto questo erano belgi, ma figli di migranti non integrati, ghettizzati. Accogliere, accompagnare, promuovere, integrare".

"Gli emigranti sono una benedizione anche per e nelle nostre Chiese in Europa. Se integrati, possono aiutare a far respirare l’aria di una diversità che rigenera l’unità; possono alimentare il volto della cattolicità; possono testimoniare l’apostolicità della Chiesa; possono generare storie di santità. Non dimentichiamo, ad esempio, che Santa Francesca Saverio Cabrini, suora lombarda emigrante tra gli emigranti, è stata la prima santa cittadina degli Stati Uniti d’America", afferma infine il Pontefice.