Gesù non manda i discepoli come “potenti”, il loro cammino è invece “trasformare il cuore. E’ passare dalla logica dell’egoismo, della chiusura, dello scontro, della divisione, della superiorità, alla logica della vita, della gratuità, dell’amore. Dalla logica del dominio, dell’oppressione, della manipolazione, alla logica dell’accogliere, del ricevere, del prendersi cura. Sono due le logiche che sono in gioco, due modi di affrontare la vita, la missione”.
Il Papa ribadisce: il Signore è chiaro “nella logica del Vangelo non si convince con le argomentazioni, le strategie, le tattiche, ma imparando ad ospitare”. Per questo la “Chiesa è la madre dal cuore aperto che sa accogliere, ricevere, specialmente chi ha bisogno di maggiore cura, chi è in maggiore difficoltà. La Chiesa è la casa dell’ospitalità. Quanto bene possiamo fare se ci incoraggiamo ad imparare il linguaggio dell’ospitalità, dell’accoglienza! Quante ferite, quanta disperazione si può curare in una dimora dove uno possa sentirsi accolto”.
“Per questo – sprona Papa Bergoglio – bisogna tenere le porte aperte, soprattutto quelle del cuore”. Ospitalità verso tutti, compresi i peccatori. “Tante volte ci dimentichiamo che c’è un male che precede i nostri peccati. C’è una radice che causa tanti ma tanti danni, che distrugge silenziosamente tante vite. C'è un male che, poco a poco, si fa un nido nel nostro cuore e mangia la nostra vitalità: la solitudine”.
La solitudine ha molte cause. “Ci fa male! Ci separa dagli altri, da Dio, dalla comunità. Ci rinchiude in noi stessi. Perciò, quello che è proprio della Chiesa, di questa madre, non è principalmente gestire cose, progetti, ma imparare a vivere la fraternità con gli altri. È la fraternità accogliente la migliore testimonianza che Dio è Padre”.
Con l’insegnamento di Gesù ecco la “nuova logica. Un orizzonte pieno di vita, di bellezza, di verità, di pienezza. Dio non chiude mai gli orizzonti, Dio non è mai passivo di fronte alla vita e alla sofferenza dei suoi figli. Dio non si lascia mai vincere in generosità. Per questo ci manda il suo Figlio, lo dona, lo consegna, lo condivide; affinché impariamo il cammino della fraternità, del dono. È una Parola che rompe il silenzio della solitudine”.
Osserva ancora il Papa: “non possiamo obbligare nessuno a riceverci, ad ospitarci; è certo ed è parte della nostra povertà e della nostra libertà. Ma è altrettanto certo che nessuno può obbligarci a non essere accoglienti, ospitali verso la vita del nostro popolo. Nessuno può chiederci di non accogliere e abbracciare la vita dei nostri fratelli, soprattutto di quelli che hanno perso la speranza e il gusto di vivere. Com’è bello immaginare le nostre parrocchie, comunità, cappelle, luoghi dove ci sono i cristiani, come veri centri di incontro tra noi e Dio”.
La Chiesa – conclude il Pontefice – come Maria è Madre e ci offre un modello, “accogliere, come Maria, che non ha dominato né si è impadronita della Parola di Dio, ma, al contrario, l’ha ospitata, l’ha portata in grembo e l’ha donata. Accogliere come la terra che non domina il seme, ma lo riceve, lo nutre e lo fa germogliare”.
Iscriviti alla nostra newsletter quotidiana
Ricevi ogni giorno le notizie sulla Chiesa nel mondo via email.
Nell'ambito di questo servizio gratuito, potrete ricevere occasionalmente delle nostre offerte da parte di EWTN News ed EWTN. Non commercializzeremo ne affitteremo le vostre informazioni a terzi e potrete disiscrivervi in qualsiasi momento.