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Il Papa: "La Chiesa deve accogliere e accompagnare"

Papa Francesco |  | L'Osservatore Romano Papa Francesco | | L'Osservatore Romano

“All’inizio della sua storia, la vostra Congregazione si è adoperata a riaccendere la fede che la rivoluzione francese stava spegnendo nel cuore dei poveri delle campagne della Provenza, travolgendo anche tanti ministri della Chiesa. Nel giro di pochi decenni, si è diffusa nei cinque continenti, continuando il cammino iniziato dal Fondatore, un uomo che ha amato Gesù con passione e la Chiesa senza condizioni”. Così Papa Francesco ha salutato i partecipanti al Capitolo Generale dei Missionari Oblati di Maria Immacolata, ricevuti stamane in udienza in Vaticano. 

Il Papa ha ricordato agli Oblati - a 200 dalla fondazione dell’Ordine - che la loro nascita deriva da “da un’esperienza di misericordia. La misericordia sia sempre il cuore della vostra missione, del vostro impegno evangelizzatore nel mondo di oggi”. 

Come Sant’Eugenio de Mazenod, Padre Fondatore, voi - ha auspicato Francesco - siate “uomini dell’Avvento, capaci di cogliere i segni dei tempi nuovi e guidare i fratelli sulle vie che Dio apre nella Chiesa e nel mondo”.

Come il mondo anche la Chiesa - spiega il Pontefice - vive “un’epoca di grandi trasformazioni, nei campi più diversi. Ha bisogno di uomini che portino nel cuore lo stesso amore per Gesù Cristo che abitava nel cuore del giovane Eugenio de Mazenod, e lo stesso amore senza condizioni per la Chiesa, che si sforza di essere sempre più casa aperta. È importante lavorare per una Chiesa che sia per tutti, pronta ad accogliere e accompagnare! Il lavoro da compiere per realizzare tutto ciò è vasto; e anche voi avete il vostro specifico contributo da offrire”.

Oggi, come 200 anni fa, “ogni terra è terra di missione, ogni dimensione dell’umano è terra di missione, che attende l’annuncio del Vangelo. Il campo della missione oggi sembra allargarsi ogni giorno, abbracciando sempre nuovi poveri, uomini e donne dal volto di Cristo che chiedono aiuto, consolazione, speranza, nelle situazioni più disperate della vita. Pertanto c’è bisogno di voi, della vostra audacia missionaria, della vostra disponibilità a portare a tutti la Buona Notizia che libera e consola. La gioia del Vangelo risplenda innanzitutto sul vostro volto, vi renda testimoni gioiosi. La carità tra di voi sia la vostra prima regola di vita, la premessa di ogni azione apostolica; e lo zelo per la salvezza delle anime sia conseguenza naturale di questa carità fraterna”.

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Ripartite - è l’appello conclusivo del Papa - da “uno slancio missionario nuovo, punto di partenza per nuovi orizzonti, per incontrare nuovi poveri, per portarli insieme a voi ad incontrare Cristo Redentore. E’ necessario cercare risposte adeguate, evangeliche e coraggiose, agli interrogativi degli uomini e delle donne del nostro tempo. Per questo occorre guardare il passato con gratitudine, vivere il presente con passione e abbracciare il futuro con speranza, senza lasciarvi scoraggiare dalle difficoltà che incontrate nella missione, ma forti della fedeltà alla vostra vocazione religiosa e missionaria”.