“Il mondo ci insegna la strada della pace con l’anestesia: ci anestetizza per non vedere un’altra realtà della vita: la Croce”. Papa Francesco lo ha ripetuto oggi nella sua riflessione nella messa del mattino. Come riferisce la Radio Vaticana, il Papa è partito dal passo odierno degli Atti degli Apostoli che narra delle tante tribolazioni che hanno subito Paolo e Barnaba nei loro viaggi per annunciare il Vangelo.

“La pace che ci offre il mondo – ha commentato il Papa – è una pace senza tribolazioni; ci offre una pace artificiale”, una pace che si riduce a “tranquillità”. E’ una pace, ha ripreso, “che soltanto guarda alle proprie cose, alle proprie assicurazioni, che non manchi nulla”, un po’ come era la pace del ricco Epulone. Una tranquillità che rende “chiusi”, non si vede “oltre”.

Ed ha proseguito: “noi non siamo capaci di fare una pace che sia tranquillità, una pace psicologica, una pace fatta da noi perché le tribolazioni ci sono: chi un dolore, chi una malattia, chi una morte … ci sono. La pace che dà Gesù è un regalo: è un dono dello Spirito Santo. E questa pace va in mezzo alle tribolazioni e va avanti. Non è una sorta di stoicismo, quello che fa il fachiro: no. E’ un’altra cosa”.

Ed ha aggiunto: “la pace di Dio è una pace reale, che va nella realtà della vita, che non nega la vita: la vita è così. C’è la sofferenza, ci sono gli ammalati, ci sono tante cose brutte, ci sono le guerre … ma quella pace da dentro, che è un regalo, non si perde, ma si va avanti portando la Croce e la sofferenza. Una pace senza Croce non è la pace di Gesù: è una pace che si può comprare. Possiamo fabbricarla noi. Ma non è duratura: finisce”. Del resto, conclude Francesco citando Agostino: “La vita del cristiano è un cammino fra le persecuzioni del mondo e le consolazioni di Dio.  Il Signore ci faccia capire bene come è questa pace che Lui ci regala con lo Spirito Santo”.