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Il Papa: “Le norme religiose servono, ma è necessario andare oltre la lettera”

L'Angelus di oggi del Papa

Angelus, Papa Francesco |  | Vatican Media / ACI group Angelus, Papa Francesco | | Vatican Media / ACI group

Anche questa domenica il Papa si affaccia dalla finestra del Palazzo Apostolico per recitare la preghiera dell’Angelus. Il Pontefice commenta la Liturgia odierna, Gesù è venuto a “Dare compimento”. “Questa è una parola-chiave per capire Gesù e il suo messaggio. Che cosa significa? Per spiegarla, il Signore comincia a dire che cosa non è compimento”, dice il Papa.

“La Scrittura dice di “non uccidere”, ma questo per Gesù non basta se poi si feriscono i fratelli con le parole; la Scrittura dice di “non commettere adulterio”, ma ciò non basta se poi si vive un amore sporcato da doppiezze e falsità; la Scrittura dice di “non giurare il falso”, ma non basta fare un solenne giuramento se poi si agisce con ipocrisia”, commenta Francesco prima della preghiera mariana.

“Dio ci ama per primo, gratis, facendo il primo passo verso di noi senza che lo meritiamo; e allora noi non possiamo celebrare il suo amore senza fare a nostra volta il primo passo per riconciliarci con chi ci ha ferito. Così c’è compimento agli occhi di Dio, altrimenti l’osservanza esterna, puramente rituale, è inutile. Gesù ci fa capire che le norme religiose servono, sono buone, ma sono solo l’inizio: per dare loro compimento è necessario andare oltre la lettera e viverne il senso.”, aggiunge ancora il Papa.

“Fratelli e sorelle, questo problema non c’era solo ai tempi di Gesù, c’è anche oggi. A volte, per esempio, si sente dire: “Padre, io non ho ucciso, non ho rubato, non ho fatto male a nessuno…”, come dire: “Sono a posto”. Ecco l’osservanza formale, che si accontenta del minimo indispensabile, mentre Gesù ci invita al massimo possibile. Ricordiamoci: Dio non ragiona per calcoli e tabelle; Lui ci ama come un innamorato, non al minimo, ma al massimo”.

Francesco conclude rivolgendo una domanda a tutti: “Allora possiamo chiederci: come vivo la fede? È una questione di calcoli, di formalismi, oppure una storia d’amore con Dio? Mi accontento di non fare del male, di tenere a posto “la facciata”, o cerco di crescere nell’amore a Dio e agli altri?”.

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Subito dopo la recita dell’Angelus il Papa passa ai consueti saluti. “Continuiamo a stare vicini con la preghiera e il sostegno alle popolazioni terremotate in Siria e Turchia, stavo vedendo nel programma le fotografie, questa catastrofe di questi popoli che soffrono per il terremoto, pensiamo a cosa possiamo fare per loro”. Poi non dimentichiamo la martoriata Ucraina.

Poi un pensiero speciale del Papa. “Le notizie che giungono dal Nicaragua mi hanno addolorato non poco, ricordo il vescovo di Matapalga Rolando Alvarez Lagos a cui voglio tanto bene, condannato al carcere e anche le persone deportate negli Stati Uniti. Prego per loro e per tutti quelli che soffrono in quella cara nazione e chiedo a voi la vostra preghiere. Chiediamo alla Madonna di aprire i cuori dei responsabili politici alla sincera ricerca della pace”, conclude Papa Francesco con un'Ave Maria.