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Il Papa: “Siamo tutti fratelli e non dobbiamo in nessun modo sopraffare gli altri"

Angelus |  | L'Osservatore Romano, ACI Group Angelus | | L'Osservatore Romano, ACI Group

Critiche severe ai farisei e consegne ai cristiani di tutti i tempi. Su questi due temi importanti si snoda l’Angelus odierno di Papa Francesco. Il Vangelo di oggi racconta gli ultimi giorni di vita di Gesù, carichi di segni e gesti importanti. Il Pontefice argentino traccia un bilancio dalla finestra del Palazzo Apostolico in Piazza San Pietro.

Francesco, comincia parlando dei farisei: “Un difetto frequente in quanti hanno un’autorità, sia civile che ecclesiastica, è quello di esigere dagli altri cose, anche giuste, che però loro non mettono in pratica in prima persona, fanno la doppia vita”. Il Vangelo odierno narra il loro comportamento: si compiacciono dei posti d’onore nei banchetti, dei primi seggi nelle sinagoghe, dei saluti nelle piazze. Per il Papa “l’autorità è un aiuto, ma se viene esercitata male, diventa oppressiva, non lascia crescere le persone e crea un clima di sfiducia e di ostilità”.

Da questo comportamento di superbia, Gesù dà le consegne ai suoi discepoli. “Noi discepoli di Gesù – osserva Papa Francesco - non dobbiamo cercare titoli di onore, di autorità o di supremazia, poiché tra di noi ci dev’essere un atteggiamento fraterno. Siamo tutti fratelli e non dobbiamo in nessun modo sopraffare gli altri. Se abbiamo ricevuto delle qualità dal Padre celeste, le dobbiamo mettere al servizio dei fratelli, e non approfittarne per la nostra soddisfazione personale. Non dobbiamo considerarci superiori agli altri; la modestia è essenziale per una esistenza che vuole essere conforme all’insegnamento di Gesù, il quale è mite e umile di cuore".

Subito dopo l’Angelus, Francesco ricorda la Beata Regina Maria Vattalil, religiosa della Congregazione delle Suore Clarisse Francescane, uccisa per la sua fede cristiana nel 1995, e solo ieri proclamata beata. “Suor Vattalil - commenta il Pontefice argentino - ha dato testimonianza a Cristo nell’amore e nella mitezza, e si unisce alla lunga schiera dei martiri del nostro tempo. Il suo sacrificio sia seme di fede e di pace, specialmente in terra indiana. Era tanto buona, la chiamavano la suora del sorriso".

 

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