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Il Papa: “Non dimentichiamoci del dono del Battesimo”

Papa Francesco all'Angelus | Papa Francesco durante un Angelus | L'Osservatore Romano / ACI Group Papa Francesco all'Angelus | Papa Francesco durante un Angelus | L'Osservatore Romano / ACI Group

Il Battesimo è “l’acqua della vita eterna effusa nei nostri cuori nel giorno del Battesimo” eppure questa grazia forse la dimentichiamo o la riduciamo a “un mero dato anagrafico” o “cerchiamo pozzi le cui acque non ci dissetano”. Papa Francesco – che da sempre chiede di ricordare la data del Battesimo come quella della propria nascita – prende spunto dal brano del Vangelo della Samaritana per rinnovare l’appello ad avvicinarci a Dio.

Angelus di piazza San Pietro, giorno di San Giuseppe, in una giornata grigia che contrasta con il tempo primaverile che c’è stato a Roma in questi giorni. Solita folla di fedeli per l’Angelus del Papa, che oggi, tra l’altro, celebra il quarto anniversario della sua messa di inizio del suo ministero petrino.

Il Papa, però, non indulge alle celebrazioni. C’è, alla fine dell’Angelus, il ricordo delle popolazioni del Perù colpite dall’alluvione, ai neocatecumenali di Lituania e Angola, ai responsabili di Sant’Egidio di Africa e Asia. C’è l’accenno a un nuovo beato, Josef Mayr-Nusser, che rifiutò il nazismo, "un modello per i fedeli laici, specialmente per i papà, che oggi ricordiamo con grande affetto, anche se la festa liturgica di san Giuseppe, loro patrono, quest’anno sarà celebrata domani". 

L’Angelus, invece, si concentra come di consueto sul Vangelo del giorno, sul dialogo tra Gesù e una donna che proviene da un popolo che gli ebrei consideravano “eretico e scismatico” che pure fu uno dei primi “ad aderire alla predicazione cristiana degli apostoli”.

Il dialogo nasce proprio dalla richiesta di Gesù, perché era inusuale che un Giudeo chiedesse qualcosa a una samaritana. Ma Gesù risponde spiazzando la samaritana, dicendo che sarebbe lei, se solo sapesse chi è lui, a chiedergli di darle da bare “acqua viva”. “

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Andare al pozzo ad attingere acqua – chiosa il Papa - è faticoso e noioso; sarebbe bello avere a disposizione una sorgente zampillante! Ma Gesù parla di un’acqua diversa”.

Questo dialogo si sviluppa, la donna si apre a quello che ritiene essere un profeta, resta colpita “dal grande rispetto che Gesù ha per lei”, e intuisce che possa essere il Messia. E Gesù – “cosa rarissima” –glielo conferma. "Lui dice di essere il Messia a una donna che aveva una vita così disordinata!", chiosa Francesco.

Il Papa poi ricorda che l’acqua che dona la vita è stata “effusa nei nostri cuori nel giorno del battesimo” perché è allora che “Dio ci ha trasformati e riempiti nella sua grazia”. Questo Vangelo, aggiunge, è per quelli che hanno “dimenticato” questo dono, oppure lo hanno “ridotto a un mero dato anagrafico” e forse cercano “pozzi le cui acque non ci dissetano”, che "non hanno acque pulite".

Come Gesù parla alla samaritana – commenta il Papa – così fa con noi, e ceto “noi già lo conosciamo, ma forse non lo abbiamo ancora incontrato personalmente, e non lo abbiamo ancora riconosciuto come il nostro Salvatore”.

“Questo tempo di Quaresima - conclude - è l’occasione buona per avvicinarci a Lui, incontrarlo nella preghiera in un dialogo cuore a cuore, vedere il suo volto nel volto di un fratello o di una sorelle sofferente. In questo modo possiamo rinnovare in noi la grazia del Battesimo, dissetarci alla fonte della Parola di Dio e del suo Santo Spirito; e così scoprire anche la gioia di diventare artefici di riconciliazione e strumenti di pace nella vita quotidiana”.