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Il Presidente del Parlamento europeo dal Papa parla della relazione Matić

Si tratta di una raccomandazione, non è vincolante dice David Sassoli

Papa Francesco e il Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli  |  | Vatican media Papa Francesco e il Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli | | Vatican media

“Questa risoluzione che non è vincolante, perché non è un atto legislativo, è una raccomandazione a fare in modo che tutti i Paesi in qualche modo abbiano delle legislazioni analoghe”.  Così David Sassoli presidente del Parlamento Europeo ha descritto il progetto di relazione di Predrag Fred Matić approvato dal Parlamento che sostiene di fatto un “diritto all’aborto”.

Sassoli lo ha fatto parlando ai media vaticani dopo l’udienza con Papa Francesco. “Analoghe a cosa? - prosegue Sassoli- Ad esempio, alla legislazione italiana, che mette la donna nelle condizioni di scelta, ma anche di sicurezza. E credo che questo sia il tema vero di quella raccomandazione. Credo che ci siano un po’ di strumentalizzazioni che è bene mettere da parte. Abbiamo visto che tanti Paesi si comportano in modi diversi e credo che alcune esperienze come quella italiana possono essere utili anche a loro”.

Nessuna nota dalla Santa Sede, mentre poche righe dal sito del Parlamento Europeo: “Il colloquio con il Santo Padre si è concentrato sulla necessità di proteggere i più deboli e vulnerabili: i diritti delle persone sono la misura di tutte le cose. La ripresa europea avrà successo solo se produrrà una riduzione delle disuguaglianze.

Molte questioni dell'agenda internazionale ed europea sono state affrontate con il Segretario di Stato Parolin e il Vice Segretario di Stato Paul Gallagher, compresa la situazione nel Mediterraneo, in Africa, nei Balcani occidentali e nel processo di adesione e nel vicinato orientale. Particolare attenzione è stata data agli sforzi europei per rendere disponibili i vaccini nei paesi a basso reddito, specialmente in Africa”.

Quello che è certo è che al Parlamento Europeo anche l’area “cattolica” non è stata unanime riproponendo forse la stessa difficoltà che in Italia si trova sul Ddl Zan: manca chiarezza nelle posizioni dei politici cattolici, nonostante l'impegno dei vescovi

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