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Il saio di San Pio da Pietrelcina: un francescano vicino alla sofferenze dell'uomo

La veste testimonia come la povertà professata doveva rappresentare la corona del religioso ed essa doveva risplendere per testimoniare al mondo la sequela Christi

Il saio di San Pio  |  | Diocesi di Assisi Il saio di San Pio | | Diocesi di Assisi

Il Santo Padre Francesco, nel corso del 2018, si è recato in visita a San Giovanni Rotondo per pregare sulla tomba di San Pio da Pietrelcina.

Religioso, sacerdote, mistico, questo figlio di San Francesco con il suo cuore e la sua attività ha seminato il bene, con la lettera maiuscola, nel suo tempo.

Nato il 25 maggio 1887 a Pietrelcina, piccolo borgo del Beneventano e scomparso il 23 settembre 1968 a San Giovanni Rotondo, ha speso la propria esistenza in soccorso delle tante persone che si rivolgevano alla sua intercessione.

Vissuto a cavallo di due Conflitti mondiali (1915-1918 e 1939-1945) non si è fermato alle sofferenze che vedeva, ma le ha alleviate lasciando segni concreti di Carità nella società che sarebbe venuta dopo di lui. La Casa Sollievo della sofferenza, una grande struttura ospedaliera con lo scopo di lenire il dolore dei malati ed i Gruppi di preghiera che si ritrovano, il 23 di ogni mese, per recitare la preghiera del rosario, ne rappresentano alcuni. Ciò per testimoniare, al mondo, che alle sofferenze ed al dolore è possibile opporre la speranza e la preghiera.

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Prove, aridità, malattie, incomprensioni sono state le croci che il francescano ha dovuto incontrare nel proprio cammino, ma su tutte ha fatto brillare lo stendardo della Carità che tutto sopporta.

Il suo vivere fu Cristo, come scriveva San Paolo e la sua esistenza fu tutta spesa in quest'ideale. Animo generoso, diffuse speranza e forza ai cuori sfiduciati aiutandoli nelle quotidiane sfide che la vita, alle volte, reca con se.

Dotato di particolari doni, sapeva leggere nelle coscienze.

Portò per cinquant'anni, nel suo corpo, con amore e fedeltà, le stigmate di Cristo. San Francesco di Assisi, Santa Rita da Cascia, Santa Caterina da Siena, Santa Caterina de Ricci, Santa Teresa di Avila, San Carlo da Sezze e pochi altri hanno vissuto la stessa esperienza.

Oltre a questa eredità spirituale si conservano, nel convento abitato dal religioso, anche i suoi effetti personali. Tra questi vi è il saio che indossava il giorno in cui fu stigmatizzato nel coro del Convento di San Giovanni Rotondo. Era il 20 settembre 1918.

L'abito è una semplice veste francescana, di colore marrone, con la tasca centrale e due piccole aperture. Come disponeva la Regola dei Frati minori detti Cappuccini del 1569 (in vigore prima del Concilio Vaticano II) è rinforzato alla vita, onde evitare il logorio del cingolo e permettergli una maggiore durata.

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La stoffa, semplice e dimessa, testimonia come la povertà professata doveva rappresentare la corona del religioso ed essa doveva risplendere per testimoniare al mondo la sequela Christi.

All'interno del medesimo, sono presenti due piccole tasche, in una delle quali veniva conservata la Regola, per permettere al religioso di poterla meditare durante la giornata.

Il saio, semplice e modesto, rappresenta il segno dell'appartenenza di padre Pio da Pietrelcina ai figli di San Francesco e conferma la scelta fatta con la Professione religiosa, emessa il 22 gennaio 1904. Segno di fedeltà ed amore alla vita francescana fatta di letizia e concordia di cuore.

Dentro a quest'abito, è vissuto un grande innamorato del Cristo che, con la sua vita, ci ha lasciato una testimonianza di coerenza e fedeltà al messaggio evangelico.