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Il Vescovo di Parma: "Il Giubileo ci richiama alla dinamica della fede"

Alla vigilia del pellegrinaggio diocesano a Roma, ACI Stampa ha intervistato Monsignor Enrico Solmi, Vescovo di Parma

Mons. Enrico Solmi, Vescovo di Parma |  | Diocesi di Parma Mons. Enrico Solmi, Vescovo di Parma | | Diocesi di Parma

Sabato 15 febbraio la Diocesi di Parma parteciperà al pellegrinaggio giubilare a Roma. A guidarlo sarà il Vescovo, Monsignor Enrico Solmi, con il quale ACI Stampa ha parlato in vista di questo importante evento diocesano.

Abbiamo registrato un'attesa significativa da parte della gente che si è bene espressa già nell'inaugurazione dell’anno giubilare del 29 dicembre, quando abbiamo visto un afflusso di gente veramente sorprendente. E pure  la presenza che avremo nel pellegrinaggio a Roma: ci siamo preparati dal punto di vista organizzativo, attivando un comitato che ha operato dal punto di vista di una sussidiazione alle unità pastorali e nello stesso tempo nella definizione dei luoghi giubilari, parallelamente a questo c’è stata la mia lettera pastorale del settembre scorso sulla speranza nella logica del Giubileo. E credo che questo stia suscitando un'attenzione particolare che si concreta anche in queste presenze finora significative. Si veda anche il Giubileo degli ammalati che abbiamo celebrato in cattedrale...

Il tema della speranza è centrale, è il tema di questo Giubileo.

Assolutamente. Credo che il Papa abbia colto nel segno nell'indicarla a tutti. Viviamo un tempo bisognoso di speranza. Questo vale per tutte le fasi della vita. Noi siamo qui a Parma e faccio un esempio: siamo la capitale europea dei giovani del 2027. I giovani hanno bisogno di speranza. Certamente la parola speranza dovrebbe collimare con la parola giovani, ma non è così. Abbiamo fatto un'inchiesta a livello giovanile in ordine anche ad un messaggio che ho dato alla diocesi e abbiamo visto come le speranze siano vere, ma nello stesso tempo ci sia anche la grande paura che possano diventare labili. Se questo vale nei giovani, tanto più per le altri fasi della vita, come ad esempio la fase adulta e anziana, dove la speranza è essenziale ma è anche messa in grave difficoltà.

Il Giubileo è un modo per riscoprire la fede. Il Papa ha ricordato che il passaggio della porta Santa non è un atto magico, ma appunto un'esperienza di vita.

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La porta è Cristo e questo va rimarcato. Il richiamo del Giubileo è un richiamo serio proprio alla dinamica della fede, soprattutto nella prospettiva di un ripensamento da parte delle persone che frequentano la Chiesa, penso quanto sia importante il sacramento della penitenza. Ma ancor più in generale la dinamica del Giubileo è evangelizzante, capace di annunciare Cristo e di indicarlo come la via essenziale, quindi la dinamica della fede è veramente al centro del Giubileo. D'altro canto, la speranza si innesta sulla realtà della fede e sulla realtà del sentirsi amati da Cristo.

Questo mi fa pensare alla enciclica di Papa Benedetto XVI, Spe salvi.

E’ uno dei cardini della nostra riflessione, alla quale dobbiamo andare con molta scioltezza. E Papa Benedetto in quell'occasione è riuscito a coniugare la verità della fede anche nella trasmissione: con un linguaggio che accoglie tutti, per esempio Giuseppina Bakhita che avverte la speranza del padrone buono, fino al riferimento alla filosofia contemporanea con il tema della speranza che è anche messo in crisi dal forte individualismo: Spe salvi e Spes non confundit vanno lette necessariamente insieme.

A livello personale, come vescovo, che esperienza sarà guidare questo pellegrinaggio diocesano a Roma?

Io confido molto che sia anche per me vescovo un'esperienza di conversione, un'esperienza di essenzialità nella fede. Questo è il primo pellegrinaggio, poi ne avremo altri con le persone divorziate e risposate, gli adolescenti, i giovani. Quindi io mi metto nella disponibilità di accogliere una parola che il Signore vorrà dirmi e di condividerla con i miei fratelli. Forse saranno loro che me la diranno. E’ un'esperienza molto coinvolgente, una esperienza della quale anch'io voglio camminare pellegrino nella fede, soprattutto con grande umiltà.