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La castità consacrata, l'elogio di Pio XII

Papa Pio XII   |  | pubblico dominio Papa Pio XII | | pubblico dominio

La sacra verginità e la castità perfetta consacrata al servizio di Dio sono certamente, per la chiesa, tra i tesori più preziosi che il suo Autore le abbia lasciato, come in eredità”. E’ l’incipit dell’enciclica Sacra Virginitas scritta da Papa Pio XII e pubblicata esattamente 65 anni fa, il 25 marzo 1954. 

L’enciclica - la 27/ma del pontificato - sottolinea l’importanza della castità perfetta ricordando come “i santi padri - come Cipriano, Atanasio, Ambrogio, Giovanni Crisostomo, Girolamo e Agostino e non pochi altri - nei loro scritti celebrarono la verginità con altissimi elogi. Questa dottrina dei santi padri, arricchita nel corso dei secoli dai dottori della chiesa e dai maestri dell'ascetica cristiana, influisce certo molto tra i cristiani d'ambo i sessi nel suscitare e confermare il proposito di consacrarsi a Dio con la perfetta castità e di perseverare in essa fino alla morte”.

Dopo aver ribadito che il comando della castità perfetta viene direttamente da Cristo, Pio XII ribadisce che “ i dottori della chiesa hanno insegnato apertamente che la verginità non è una virtù cristiana se non la si abbraccia per il regno dei cieli, cioè per poter attendere più facilmente alle cose celesti, per conseguire più sicuramente l'eterna salvezza, per poter condurre infine più speditamente, con diligente operosità, anche gli altri al regno dei cieli”.

“I santi padri - ammonisce Papa Pacelli - hanno considerato questo vincolo di castità perfetta come una specie di matrimonio spirituale fra l'anima e Cristo; alcuni di essi, anzi, sono giunti fino a paragonare con l'adulterio la violazione del voto fatto”.

La verginità consacrata a Cristo - aggiunge il Papa - è per se stessa una tale espressione di fede nel regno dei cieli e una tale prova d'amore verso il divin Redentore, che non c'è da meravigliarsi nel vederla arrecare frutti così abbondanti di santità. Numerosissimi sono le vergini e gli apostoli, votati alla castità perfetta, che sono l'onore della chiesa per l'alta santità della loro vita. La verginità, infatti, dà alle anime una forza spirituale capace di condurle fino al martirio e questo è l'insegnamento della storia che propone alla nostra ammirazione tante schiere di vergini, da Agnese di Roma a Maria Goretti”.

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La perfetta castità - dice infine Pio XII - non nuoce all’equilibrio della personalità, poiché “come giustamente osserva san Tommaso, l'istinto più profondamente radicato nel nostro animo è quello della propria conservazione, mentre l'inclinazione sessuale viene in secondo luogo. Spetta inoltre all'impulso direttivo della ragione, privilegio singolare della nostra natura, regolare tali istinti fondamentali e nobilitarli dirigendoli santamente. È vero, purtroppo, che le facoltà del nostro corpo e le passioni, sconvolte in seguito al primo peccato di Adamo, tendono al dominio non solo dei sensi ma anche dell'anima, offuscando l'intelligenza e debilitando la volontà. Ma la grazia di Gesù Cristo, principalmente attraverso i sacramenti, ci viene data proprio perché, vivendo la vita dello spirito, teniamo a freno il corpo. La virtù della castità non pretende da noi l'insensibilità agli stimoli della concupiscenza, ma esige che la sottomettiamo alla retta ragione e alla legge di grazia, tendendo con tutte le forze a ciò che nella vita umana e cristiana vi è di più nobile”.