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La Diocesi di Roma: sì alla spesa solidale e ai centri di ascolto

Aiuto concreto alle persone in difficoltà tramite la spesa solidale i centri di ascolto attivi telefonicamente

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Aiuto concreto alle persone in difficoltà, tramite raccolta e distribuzione di generi alimentari, riorganizzando il Centro di ascolto e fornendo informazioni sul “buono spesa” del Comune. Così si sta organizzando la Diocesi di Roma con la "spesa solidale".

"Sono molte le realtà parrocchiali, le associazioni e i movimenti – scrivono oggi in una lettera il cardinale vicario e i vescovi ausiliari sul sito della Diocesi – che operano e promuovono iniziative di carità, attraverso mense, raccolta e distribuzione di alimenti, aiuto alle persone sole. Consapevoli della necessità di usare misure di sicurezza a cui tutti siamo chiamati, e che senza dubbio rappresentano il primo gesto di amore verso i fratelli, sentiamo il dovere di ringraziarvi per le diverse forme di vicinanza che state mettendo in atto".

"Vi raccomandiamo – si legge infatti nella missiva indirizzata ai parroci – alcune forme di carità divenute particolarmente urgenti in questo momento e che molti di voi hanno già cominciato a realizzare". La prima, si diceva, è la raccolta di generi alimentari di prima necessità, da distribuire poi alle famiglie in difficoltà economica.

"Ai fedeli – suggeriscono il cardinale e il consiglio episcopale – potete far arrivare la richiesta di portare in parrocchia generi alimentari, magari di ritorno dalla spesa. Possono depositarli in parrocchia in modo da organizzare pacchi viveri da distribuire a chi venisse a chiedere o a chi, già da voi conosciuto, versa in stato di indigenza, sempre evitando assembramenti di persone".

"Tra le forme di aiuto da far conoscere – sottolineano dalla diocesi – c’è il “buono spesa coronavirus, disposto dal Comune di Roma. Per poterne usufruire è necessario compilare e firmare entro il 16 aprile un modulo che può essere inoltrato solo per mail al Municipio di residenza".

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Per la diocesi di Roma è anche importante "riorganizzare i centri di ascolto parrocchiali, vista la necessità di limitare le uscite dalla propria abitazione".