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L'arcivescovo Ladaria: ecco la Salvezza cristiana senza pelagianesimo né gnosticismo

Il prefetto Congregazione della Dottrina della Fede Ladaria Ferrer |  | AA
Il prefetto Congregazione della Dottrina della Fede Ladaria Ferrer | | AA
Il prefetto e il segretario della Congregazione della Dottrina della Fede |  | AA
Il prefetto e il segretario della Congregazione della Dottrina della Fede | | AA

Papa Francesco ne parla spesso: neo gnosticismo e neo pelagianesimo sono i rischi della società e più ancora della Chiesa di oggi. Due tentazioni di spiegare la Salvezza cristiana in modo molto diverso rispetto a quanto Gesù ci ha rivelato con il Vangelo. 

Nel 2000 un testo della Congregazione della Dottrina della Fede guidata allora dal Cardinale Ratzinger la Dominus Iesus fece molto discutere. Oggi, sulla base del Magistero di Papa Francesco la Placuit Deo, entra nel dettaglio e in un certo senso va oltre. La salvezza è Cristo, mediata dalla Chiesa. Non si parla di “ Chiesa cattolica” ma semplicemente di Chiesa. 

La lettera presentata oggi alla stampa e al mondo ha il placet di Papa Francesco che ne “ha ordinato la pubblicazione” il 16 febbraio scorso. 

La salvezza integrale dell’anima e del corpo è il destino finale al qual Dio chiama tutti gli uomini, la Chiesa e i Sacramenti ne sono la mediazione, Gesù è la via.  Ma quali sono le trasformazioni culturali che incidono oggi sulla idea stessa di “ Salvezza cristiana”?

La lettera, otto pagine in tutto, lo spiega usando il magistero di Papa Francesco. le deviazioni di pelagianesiamo e gnosticismo come si vivono oggi sono ispirate ma molto diverse da quelle dei primi secoli del cristianesimo.

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Così il neopolagianesimo è di fatto quell’individualismo esasperato che fa immaginare all’uomo di essere totalmente capace anche di “salvarsi con le sue forze”, e il nuovo gnosticismo scade in uno spiritualismo disincarnato, in un puro intellettualismo, che dimentica del tutto la incarnazione di Gesù che porta la redenzione attraverso la croce.

“ La salvezza piena della persona- si legge nel documento- non consiste nelle cose che l’uomo potrebbe ottenere da sé.....niente di creato può soddisfare del tutto l’uomo, perché Dio ci ha destinati alla comunione con Lui.”

Come si riceve allora la Salvezza che Gesù ha portato all’uomo a completamento di un lunga storia come raccontano le Scritture?

Il luogo dove riceviamo la salvezza portata da Gesù è la Chiesa, comunità di coloro che, essendo stati incorporati al nuovo ordine di relazioni inaugurato da Cristo, possono ricevere la pienezza dello Spirito di Cristo” si legge nel testo della lettera che prosegue: “ La salvezza che Dio ci offre, infatti, non si ottiene con le sole forze individuali, come vorrebbe il neo-pelagianesimo, ma attraverso i rapporti che nascono dal Figlio di Dio incarnato e che formano la comunione della Chiesa. Inoltre, dato che la grazia che Cristo ci dona non è, come pretende la visione neo-gnostica, una salvezza meramente interiore, ma che ci introduce nelle relazioni concrete che Lui stesso ha vissuto, la Chiesa è una comunità visibile: in essa tocchiamo la carne di Gesù, in modo singolare nei fratelli più poveri e sofferenti”.

E nella Chiesa sono i Sacramenti ad avere il ruolo di porta, con il Battesimo e di culmine con la Eucarestia, per la Salvezza. “Con la grazia dei sette sacramenti,- si legge nel testo-  i credenti continuamente crescono e si rigenerano, soprattutto quando il cammino si fa più faticoso e non mancano le cadute. Quando essi, peccando, abbandonano il loro amore per Cristo, possono essere reintrodotti, mediante il sacramento della Penitenza, all’ordine di rapporti inaugurato da Gesù, per camminare come ha camminato Lui.”

E’ quindi chiaro che “Grazie ai sacramenti i cristiani possono vivere in fedeltà alla carne di Cristo e, in conseguenza, in fedeltà all’ordine concreto di rapporti che Egli ci ha donato. Quest’ordine di rapporti richiede, in modo particolare, la cura dell’umanità sofferente di tutti gli uomini, tramite le opere di misericordia corporali e spirituali.”

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La Salvezza va annunciata, predicata sui tetti e cosi’ i cristiani “saranno pronti a stabilire un dialogo sincero e costruttivo con i credenti di altre religioni, nella fiducia che Dio può condurre verso la salvezza in Cristo «tutti gli uomini di buona volontà, nel cui cuore lavora invisibilmente la grazia».”

Perché la “Salvezza integrale” è il “destino finale dell’uomo” ed è quindi compito di tutti i cristiani essere portatori del Vangelo. 

Presentando il testo il Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, l’ Arcivescovo Luis F. Ladaria ha ricordato che molti teologi dopo la pubblicazione della Dominus Iesus chiesero degli approfondimenti.

E una della questioni cui risponde la lettera è : oggi la Salvezza interessa ancora l’uomo ? La questione è cosa si intende per Salvezza. Non certo una prassi, un messaggio, una gnosi, quanto piuttosto una persona, Cristo stesso. Di qui anche la questione ecclesiologica, che ricorda come la Chiesa non sia soltanto una istituzione umana, ma è inseparabilmente unita a Cristo “ come il corpo al Capo e la sposa allo Sposo” ha spiegato il Segretario della Congregazione monsignor Giacomo Morandi. 

Neo pelagianesimo e neo gnosticismo contraddicono del resto la economia dei Sacramenti “ per mezzo dei quali Dio ha voluto salvare ogni persona umana”.  E del resto la vera Salvezza prevede la santificazione del corpo così come ci insegnano i grandi santi.

Semplice quindi il concetto di fondo: “Cristo è Salvatore in quanto ha assunto la nostra umanità integrale e ha vissuto una vita umana piena, in comunione con il Padre e con i fratelli. La salvezza consiste nell’incorporarci a questa sua vita, ricevendo il suo Spirito. Egli è diventato così, «in certo qual modo, il principio di ogni grazia secondo l’umanità». Egli è, allo stesso tempo, il Salvatore e la Salvezza”. E comprendere la mediazione salvifica della Chiesa “è un aiuto essenziale per superare ogni tendenza riduzionista”.

Rispondendo alle domande l'arcivescovo Ladaria ha precisato che la lettera non vuole entrare nel dibatitto ecclesiologico ed ecumenico che era seguito alla pubblicazione della Domunus Iesus.