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La Santa Sede e la Chiesa cattolica armena

La Croce Armena |  | CC La Croce Armena | | CC

Una messa solenne, in San Pietro, per ricordare “l’immane tragedia” del popolo armeno. Una celebrazione attesa e avvertita come un segno di riconoscimento e di incoraggiamento, da parte del Papa e dell’intera comunità cattolica. La parola chiave genocidio è stata pronunciata dal Papa che ha citato la dichiarazione congiunta tra Giovanni Paolo II e Karekin II del 2001.

Anche per i predecessori di Francesco è sempre stata una questione spinosa da affrontare, consci della necessità di un pieno riconoscimento della tragedia del 1915, e insieme dell’altrettanto ineludibile necessità di non mettere in crisi i rapporti con la Turchia. Ma i gesti importanti non sono mai mancati. Ricordiamo il viaggio di Papa Wojtyla che nel settembre del 2001 visitò l’Armenia in occasione delle celebrazioni per i 1700 anni della Chiesa Apostolica Armena. In quell’occasione, papa Wojtyla si recò al Memoriale del genocidiodi Tzitzernakaberd, nella capitale Yerevan, dove pregò per tutte le vittime di quello che gli armeni chiamano Metz Yeghern, “Grande Male”.

E prima ancora, il grande impegno di papa Benedetto XV, che lo stesso Francesco ha rievocato, qualche giorno fa. Il Pontefice intervenne presso il Sultano Mehmet V per far cessare i massacri degli armeni. Del resto, Benedetto XV fu grande amico dell’Oriente cristiano: istituì la Congregazione per le Chiese Orientali e il Pontificio Istituto Orientale, e nel 1920 iscrisse Sant’Efrem il Siro tra i Dottori della Chiesa Universale. E proprio oggi viene iscritta fra i Dottori della Chiesa la grande figura di San Gregorio di Narek, e non può non colpire la circostanza che, cento anni fa come oggi,  si stia realizzando quell’ “ecumenismo del sangue”, attraverso il martirio e le persecuzioni, che unisce i cristiani d’oriente e, in particolare, sostiene il dialogo ecumenico tra la Chiesa Armeno-Cattolica e la Chiesa Armeno-Apostolica. 

Sono le due chiese armene separate. La Chiesa apostolica armena  è la chiesa nazionale più antica della cristianità e una delle prime comunità cristiane. È guidata da un cathólicos (patriarca). Attualmente il Catholicos di tutti gli Armeni è Karekin II, che ha la sua sede a Echmiadzin, in Armenia. La Chiesa armeno-cattolica è una Chiesa cattolica patriarcale sui iuris nata nel 1742 dalla Chiesa nazionale armena. Fu riconosciuta da papa Benedetto XIV (1740-58). La sede della Chiesa armeno-cattolica è a Bzoummar, in Libano. Il primate della Chiesa armeno-cattolica è il patriarca di Cilicia che ha sede a Beirut; l'attuale patriarca è Nerses Bedros XIX Tarmouni.

Alla liturgia presieduta dal Papa nella domenica della Divina Misericordia hanno partecipato importanti personalità, nonchè il Patriarca armeno cattolico Nerses Bedros XIX insieme ai vescovi armeni cattolici. Insieme ai due massimi esponenti della Chiesa Apostolica Armena: il Catholicos Karekin II, Patriarca di tutti gli armeni, e Aram I, a capo del Catholicosato della grande Casa di Cilicia, con sede a Antelias in Libano. Il Catholicos di tutti gli armeni Karekin II, presiederà a sua volta una liturgia per la canonizzazione per le vittime del Genocidio armeno, in programma il 23 aprile presso la sede patriarcale del Catholicosato di Echmiadzin. Quello stesso giorno, a partire dalle 19,15 – ora scelta per richiamare simbolicamente l’anno 1915 – tutte le chiese armene apostoliche del mondo – tranne quelle in territorio turco – hanno fatto risuonare cento rintocchi di campana per ricordare anche in questo modo i cento anni dal genocidio.

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La presenza delle delegazioni in rappresentanza delle due Chiese armene appare ancora più importante e alimenta la speranza di un dialogo ecumenico sempre più pressante. Le tragedie della Storia, nel 1915 come nel 2015, lo impongono. Nel nome di San Gregorio l’Illuminatore.