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L'arcivescovo Shevchuk in un videomessaggio, siate solidali con noi

Un grazie al Papa e a chi sostiene la popolazione

Sua Beatitudine Sviatoslav Shevchuk, Capo e Padre della Chiesa greco-cattolica ucraina. |  | pd Sua Beatitudine Sviatoslav Shevchuk, Capo e Padre della Chiesa greco-cattolica ucraina. | | pd

Oggi è sabato, 26 febbraio, e sopra la città di Kyiv sorge il sole. Sorge sopra la Kyiv ucraina, Kyiv che vince. Sopra la città di Kyiv che ha passato un’alta notte, difficile ma benedetta da Dio. In questo momento mi permetto di rivolgere a tutti voi la mia parola di saluto, di benedizione, di ringraziamento”. 

Esordisce così nel suo videomessaggio per tutti gli ucraini Sua Beatitudine Sviatoslav Shevchuk, Capo e Padre della Chiesa greco-cattolica ucraina.

L’arcivescovo porta al popolo il sostegno del Papa e la sua gratitudine.  Un grazie ai vescovi europei ma anche a quelli “del Kazakhstan che hanno manifestato il sostegno alla nostra Ucraina e l’unita in preghiera con il nostro popolo”. 

Prosegue poi  nel suo viso messaggio: Si dice “in tempo di guerra le muse tacciono”. Le muse possono anche tacere, ma noi, cristiani, noi esseri umani non abbiamo diritto di stare zitti. In questi minuti, quando si sparge il sangue sulla terra ucraina, quando si ripetono le parole del patriarca Josyf delle “montagne di cadaveri e fiumi di sangue”, in tutte le nostre città, lungo tutte le rive del nostro bellissimo fiume Dnipro - dal confine bielorusso attraverso Kyiv e fino al Mar Nero - nessuno ha diritto di stare zitto. Perché la parola può salvare la vita. Mentre il silenzio può uccidere. 

Oggi chiedo a tutti quanti ci ascoltano, a tutti che udiranno la nostra voce dalla nostra Kyiv dissanguata: lottate per la pace, proteggete quelli che hanno bisogno del vostro aiuto, facciamo tutto affinché l’aggressore si fermi e si ritiri dalla terra ucraina. Chiunque siate: capi di stati o di parlamenti, politici, militari, esponenti della Chiesa, fate la vostra parte, dite la parola in sostegno dell’Ucraina”. 

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Poi il grazie a chi si impegna per accogliere e sostenere la popolazione, parla degli eroi di guerra,  e conclude: “l’Ucraina è viva, l’Ucraina lotta, ma oggi chiediamo il mondo di essere solidale con noi, e non tacere, perché la parola salva, la parola costruisce il mondo. Mentre il silenzio e l’indifferenza uccidono. Dalla nostra santa città di Kyiv dalle cupole d’oro, dalla nuova Gerusalemme, di tutto il cuore vi mando la mia benedizione”.