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Le "Anime fiere" del Medio Oriente e la vocazione di resistere

La copertina del libro  |  | Edizioni Terra Santa La copertina del libro | | Edizioni Terra Santa

Curdi, aleviti yazidi, drusi, maroniti,  beduini, copti d’Egitto, sono nomi di popolazioni e gruppi di cui sappiamo spesso molto poco ma che sono lo zoccolo duro della realtà medio orientale.

Per raccontare la vite e le storie di questa gente di frontiera a casa propria Chiara Zappa ha scritto “ Anime fiere” un libro delle Edizioni Terra Santa che apre al lettore uno sguardo diverso sul Medio Oriente, perché, spiega l’autrice  “le numerose e sfaccettate minoranze che abitano il Levante arabo e la zona mediorientale sono, prima di tutto, “resistenti”. Comunità eccezionali e preziose, che nel corso dei secoli – persino dei millenni – hanno saputo conservare intatta la propria identità in contesti spesso ostili”.

Per questa gente la lotta quotidiana è quella contro la assimilazione,  una lotta per non perdere identità, tradizioni e cultura schiacciati dalla forza delle maggioranze.

Le testimonianze raccolte nel libro portano ad una riflessione che dal Medio Oriente arriva in Europa. “ Le due dinamiche, mediorientale ed europea, viaggiano più che mai in modo parallelo e speculare, come la cronaca ci ricorda anche in modo drammatico ogni giorno- scrive Chiara Zappa-  Le violazioni dei diritti umani sono all’origine di flussi migratori che il Vecchio continente non ha ancora deciso come gestire, mentre sul suo territorio fa i conti con la scoperta di un’integrazione mancata e con lo shock del terrorismo a matrice islamista, a sua volta legato a filo doppio sia con l’instabilità mediorientale sia con il fallimento della costruzione di un’identità condivisa qui in Occidente”.

L’autrice scrive su Mondo e Missione e tra l’altro ha realizzato reportage da una ventina di Paesi extraeuropei, con un’attenzione privilegiata ai diritti umani, in particolare a quelli delle minoranze.

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E così eccoli i protagonisti, le “anime fiere” presentati all’inizio del libro come si fa per una piece teatrale.

C’è Ahmet. Il giovane curdo di Turchia nato e cresciuto a Diyarbakır, è testimone delle violenzeche hanno martoriato in questi anni la regione curda, ma anche Zirak Hamad, Il militante per il Kurdistan iracheno  in prima linea nell’accoglienza di centinaia di migliaia di persone, tra profughi siriani in fuga dalla guerra civile e sfollati interni iracheni scappati dalle zone occupate dal Daesh. E Leyla, L’attivista per le donne, e  Meysa Abdo,  la combattente per la liberazione di Kobanê dal Califfato, nel Kurdistan siriano.

E ci sono gli aleviti con  la guida spirituale di una comunità della provincia di Nevşehir, in Cappadocia e Doğan Bermek, il filosofo alevita e anche il fondatore della Italya Alevi Bektaşi Kültür Birliği, associazione culturale a cui fanno riferimento gli aleviti che vivono tra Milano e la Brianza perché la diaspora alevita in Europa è molto attiva e numerosa: ammonta a circa un milione di persone.

Poi ci sono gli yazidi con  Farida Khalaf, l’ex schiava dell’Isis e Helen Mahmood Khudur, Nadaa Rasho Osman e Shilan Jameel Ghanim, le sopravvissute al Daesh Giovanissime yazide scampate alla furia dell’Isis nel nord dell’Iraq e arrivate in Italia grazie a un progetto dell’universitàBicocca di Milano, che ha accolto un piccolo gruppo di studenti iracheni particolarmente meritevoli.

E i drusi pellegrino al santuario di Nabi Shu’ayb, il luogo considerato più sacro dai drusi di Israele, dove sarebbe conservata la tomba del suocero di Mosè, Jethro, profeta veneratissimo dalla comunità, ma anche Hiba Zaidan: le sue ricerche sulla neuroscienza comportamentale le sono valse il premio della Presidenza israeliana per i giovani scienziati.

Poi si arriva ai cristiani: maroniti come i giovani volontari della Caritas maronita, i volti dell’attivismo della nuova generazione libanese.

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Poi i cristiani come Vera Baboun, ex sindaco di Betlemme o Rifat, l’arabo israeliano elettricista di Nazareth, cristiano ortodosso e cittadino arabo israeliano.

Particolarissima la testimonianza di due donne beduine che abitano nella riserva naturale di Dana, nel sud della Giordania. Lavorano per una cooperativa nata grazie al progetto della governativa Royal Society for the Conservation of Nature, che promuove la valorizzazione ambientale e lo sviluppo economico e sociale della popolazione beduina locale.

E si arriva in Egitto ai Copti con storie come quella di Wagih Abdo che abita nel quartiere di Moqattam, al Cairo, popolato per il 90% da copti. Qui vivono gli zabbaleen, “il popolo della spazzatura”: immigrati dal sud dell’Egitto che raccolgono e riciclano l’immondizia della metropoli, e  Padre Rafic Greiche, il portavoce della Chiesa cattolica Parroco greco cattolico della chiesa di San Cirillo al Cairo e portavoce della Chiesa cattolica di cui fa parte quella copta cattolica, una minoranza della minoranza che conta circa 250 mila fedeli, ma che condivide in tutto e per tutto le sfide quotidiane della comunità cristiana d’Egitto.

Un vero dramma storico di popoli sconosciuti che vivono nel cuore degli eventi senza che il mondo sappia la loro lotta.

Anime fiere appunto che hanno molto da insegnare ad un mondo che rischia di dimenticare in Occidente il senso delle proprie tradizioni.