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Le clarisse di Camerino raccontano il volto di santa Camilla Battista da Varano

Una spiritualità da riscoprire per imparare ad affrontare i terremoti esistenziali

Camilla da Varano  |  | Wikipedia Camilla da Varano | | Wikipedia

“Ed è per questo che, dovendo fare una sintesi e cercando una traccia per ringraziare tutti coloro che hanno collaborato alla riuscita di questa impresa, ci è subito venuta in mente la parola ‘volto’, che in ebraico si traduce con il termine ‘panim’, cioè volti, perché la lingua ebraica conosce la realtà del volto, solo in senso plurale… Questo il nostro augurio per voi: la santità è sempre luminosa perché rivela il volto di Dio in un volto umano. Guardare il nuovo volto di Camilla accenda nei nostri cuori il fuoco del desiderio di vivere per Lui, nostro sommo bene”.

Abbiamo preso spunto dalla lettera natalizia scritta dalle sorelle clarisse di Camerino per continuare il dialogo con la madre priora, suor Chiara Laura Cristiana, e le consorelle, chiedendo di raccontarci in quale stato di conservazione è il corpo di santa Camilla Battista da Varano: “Purtroppo il terremoto e il passaggio del tempo hanno lasciato segni profondi e danni seri all’urna che custodiva le spoglie mortali di santa Camilla Battista: infiltrazioni di polvere, piccoli insetti e tarli, la cui presenza ci aveva fatto temere circa l’integrità delle reliquie. La ricognizione tuttavia ci ha permesso di verificare che lo stato di convezione delle reliquie era molto buono. Appurato ciò le antropologhe intervenendo con trattamenti mirati hanno fatto in modo che i resti della Santa possano sfidare i secoli. Le dottoresse hanno anche verificato la presenza di tutte le reliquie segnalate dai verbali dalla precedente ricognizione. Purtroppo non tutte le ossa che compongono lo scheletro umano sono presenti ma le ossa maggiori ci sono e fra queste il cranio sul quale poi è stato svolto il lavoro di ricostruzione facciale in 3D. Lo studio e l’analisi delle ossa ha dato la possibilità ai periti di offrire una relazione esaustiva dello stato di salute della santa al momento della morte e delle eventuali malattie avute in vita”.

Quali sono state le ‘reazioni’ dei fedeli davanti ad una ‘nuova’ immagine della Santa?

“Stupore, unito a soddisfazione e gioia, hanno accolto la nuova immagine di Camilla Da Varano, tornata certamente diversa dall'immagine giovanile che tutti conoscevamo dai dipinti, ma più donna e più vera. L’emozione è stata grande per noi Sorelle povere di Santa Chiara che nel monastero di Camerino custodiamo l’urna della santa, e altrettanto grande è stata la commozione dei fedeli. Molti di loro ci hanno confessato di aver pianto dinanzi a quel volto sconosciuto eppure da subito amato, riconosciuto come specchio di una tenerezza che si fa carezza per ciascuno di noi.

I fedeli per lo più hanno avuto reazioni positive come se si trovassero di fronte ad una persona viva che semplicemente si è addormentata e che aspetta di aprire gli occhi insieme a tutti noi davanti al Signore. A stupire i presenti non sono stati i lineamenti di una bellezza fisica che immediatamente ti colpisce e poi ti lascia lì dove sei, ma il riflesso una bellezza diversa, altra, che parla della Bellezza di Colui che è Altro!

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Riavere tra noi, dopo tanti mesi, la Santa per molti è stato un dono nel dono. Il nuovo volto (a cui tutti dobbiamo fare un pò l’abitudine perché diverso rispetto al precedente!) è stato accolto come un volto più vero, più ordinario, ma che nella sua ordinarietà, consegna la straordinarietà della santità, facendo dei santi non degli extraterrestri, ma persone normali, senza effetti speciali, figli di quella ordinarietà straordinaria della Santità”.

Quale spiritualità dona alla persona santa Camilla?

“Certo, in tempo di pandemia, di ricostruzione post-sisma, di guerra, apparentemente le priorità sembrano altre rispetto alla ricostruzione del volto di un santo ma, in questo difficile tempo è maturata ancora di più in ciascuno di noi la consapevolezza che è necessario prendersi cura di quelle ferite che sono più dell’anima che delle strutture, e che ogni ricostruzione esteriore (post-sisma o post-guerra che sia) deve passare per quella interiore per restituire un’anima alle nostre relazioni e comunità affinché, alle robuste e profonde ‘radici’ che le caratterizzano, vengano riconsegnate ‘ali’ di speranza e di vita.

Santa Camilla Battista Varano durante la sua in vita, ha dovuto affrontare ‘terremoti esistenziali’ e ricostruzioni, e pensiamo che proprio per questo ci ha lasciato non solo uno splendido esempio di ‘resilienza archimedea’ come punto fermo su cui fare leva per ripartire, ma anche la traccia luminosa di un volto che ha visto, attraversato e abbracciato la fatica del vivere, il dramma della violenza, delle vendette e delle uccisioni, senza lasciarsi abbruttire ma continuando ad offrici ancora con il suo volto sereno uno spiraglio di dolce bellezza e di coraggiosa riconciliazione da cui guardare il Cielo.

L’esperienza di questa meravigliosa santa ci ricorda ancora e ancora che la ricerca del nostro vero volto, del volto autentico di Dio, di quello dei fratelli e della storia che ci circonda è, per noi oggi come per lei allora, una delle più grandi avventure spirituali della vita. Certi che questa ricerca rappresenta una delle poche possibilità che abbiamo per aprirci a relazioni vere, facendo pace con noi stessi, con quello che siamo, che ci abita, che viviamo; con Dio, liberandoci delle immagini distorte di lui; con i fratelli, lasciando cadere i falsi pregiudizi che feriscono i rapporti. E’ questa oggi l’opportunità-sfida che Camilla Battista ci invita ad accogliere come ha fatto lei.

Quanto tempo sprecato dietro a false immagini di noi stessi, di Dio e di quanti ci sono accanto. Quanta fatica inutile fatta per costruire e mantenere maschere finte e illusorie, per apparire diversi, migliori; quante immagini negative di Dio ci hanno allontanato e sono state di ostacolo alla nostra vita di credenti, caricature sbagliate e parziali costruite sul metro degli uomini che hanno finito per sostituire il Dio vivente della rivelazione cristiana; quante relazioni lacerate, quanti fraintendimenti nati da percezioni distorte dell’altro, dall’attribuire e proiettare sull’altro cose inesistenti…

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E’ necessario percorrere una via di guarigione, di riconciliazione, per liberarci dalle immagini negative e malsane che spesso hanno ferito la nostra vita, ricercando quelle immagini vere ed autentiche che ‘fanno bene all’anima’. Allora, come umili cercatori affacciati sui bordi del mistero e coraggiosi pellegrini chiamati a uscire da noi stessi, ci mettiamo in viaggio, alla scuola di santa Camilla Battista, perché riscoprire il suo volto ci insegni a cercare anche il nostro vero volto, quello di Dio e quello dei fratelli che il Padre ha voluto donarci come compagni di strada. L’esperienza di santa Camilla Battista ci può aiutare a fissare lo sguardo sul volto di Dio, come ha fatto lei, perché impariamo a guardare il nostro volto, quello dei fratelli e la vita stessa con lo stesso sguardo di amore e misericordia con cui il Padre stesso guarda e contempla ciascuno di noi!”