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Le "quattro parole" del Papa per i migranti cercatori di pace

Papa Francesco e i migranti | Papa Francesco incontra i migranti  | Sezione Migranti e rifugiati Papa Francesco e i migranti | Papa Francesco incontra i migranti | Sezione Migranti e rifugiati

È dedicato a “Migranti e Rifugiati: uomini e donne in cerca di pace” il 51esimo messaggio del Papa per la Giornata Mondiale della Pace. Quattro parole d’ordine, la segnalazione di venti raccomandazioni alle Nazioni Unite, la certezza che i migranti non “arrivano a mani vuote”, l’idea che il lavoro per i migranti e i rifugiati è fatto anche “per la nostra casa comune”: c’è tutto questo nel messaggio, che è stato elaborato nella Sezione Migranti e Rifugiati del Dicastero per il Servizio allo Sviluppo Umano Integrale.

L’ispirazione di questo messaggio viene dalla figura di Santa Francesca Cabrini, la santa dei migranti. Non a caso, il Papa lo ha firmato il 13 novembre, giorno a lei dedicato e centenario della sua nascita al cielo, perché “questa piccola, grande donna" che "ha consacrato la sua vita al servizio dei migranti" ed è diventata la loro santa patrona.

Accogliere, proteggere, promuovere e integrare sono la cornice che Papa Francesco dà in vista dei due accordi globali sulle migrazioni che si stanno definendo alle Nazioni Unite, e si tratta di una posizione diplomatica forte del Papa, dato che il testo del Messaggio viene distribuito nelle Cancellerie di tutto il mondo.

Il messaggio richiama ad un impegno comune, perché ci vuole “un impegno concreto, una catena di aiuto e di benevolenza, una attenzione vigilante e comprensiva”, ma anche “risorse, che sono sempre limitate”. E ci vuole la “prudenza” dei governanti nello stabilire “misure pratiche per accogliere, proteggere, promuovere e integrare “.

Il problema – si nota – è antico. Lo denunciava già San Giovanni Paolo II preparando il Giubileo del 2000, ricordando la pletora di guerre, genocidi e pulizie etniche che aveva caratterizzato il 20esimo secolo. Ma – dice Papa Francesco – non è che le cose siano cambiate nel 21esimo secolo, perché “conflitti armati e altre forme di violenza organizzata” continuano a pungolare “movimenti di popoli all’interno dei confini nazionali e oltre”.

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Non è solo la violenza che porta le persone a migrare, ma anche il desiderio di una vita migliore, cercando di riunire le famiglie e cercare nuove opportunità lavorative. “Coloro che non possono avere queste opportunità – sottolinea il Papa – non vivono in pace”.

Il Papa nota anche che, se molti migrano comunque attraverso canali regolari, alcuni “prendono strade differenti, principalmente per disperazione, quando le loro nazioni non offrono né sicurezza né opportunità e tutte le vie legali sembrano inaccessibili, bloccate o troppo lente”.

Papa Francesco mette in luce l’enfasi posta da molte nazioni sui “rischi alla sicurezza nazionale” dati dall’accoglienza, una retorica che “disprezza la dignità umana che tutti meritiamo come figli e figlie di Dio”.

L’accusa del Papa è forte; “Quanti fomentano la paura dei migranti, magari a fini politici, invece di costruire la pace, seminano violenza, discriminazione razziale e xenofobia, che sono fonte di grande preoccupazione per quanti hanno investito nella cura dell’essere umano”.

Il punto è che le migrazioni continueranno. Il Papa chiede di guardare alle migrazioni con uno “sguardo contemplativo”, alimentato dalla “saggezza della fede” che ci mostra tutti come fratelli, e che permette di vedere le nostre città come abitate da Dio.

Papa Francesco spiega poi le quattro parole d’ordine: accogliere, che significa anche ampliare le vie di ingresso e smettere di rimandare migranti e rifugiati in nazioni dove affrontano persecuzione e violenza; proteggere, perché abbiamo l’obbligo di “riconoscere e difendere l’inalienabile dignità di quanti scappano da un pericolo reale”, specialmente quanti rischiano di trovarsi vittime della tratta di esseri umani; promuovere, che significa aiutare lo sviluppo umano integrale di migranti e rifugiati, in particolare “assicurando accesso a tutti i livelli di educazione per i bambini e i giovani”; integrare, perché i migranti partecipino “pienamente alla vita della società”.

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Queste quattro parole sono anche alla base delle 20 linee guida che la Santa Sede ha delineato in vista delle trattative per il Global Compact, in tre differenti incontri in Vaticano con vari enti della società civile, negoziatori, Segreteria di Stato – l’ultimo incontro c’è stato tra il 9 e il 12 novembre scorso.

Il Papa chiede che i negoziati per gli accordi siano ispirati da “compassione, lungimiranza e coraggio”, che abbraccino ogni opportunità del processo di costruzione della pace, e sottolinea che “il dialogo e il coordinamento sono una necessità e un dovere proprio della comunità internazionale”, perché "al di fuori dei confini nazionali, è possibile anche che Paesi meno ricchi possano accogliere un numero maggiore di rifugiati, o accoglierli meglio, se la cooperazione internazionale assicura loro la disponibilità dei fondi necessari".