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Letture, conoscere o riscoprire San Benedetto da Norcia

Siamo nei giorni di inizio estate e proprio in questi giorni ricorre la celebrazione di Benedetto da Norcia, uno dei più grandi santi della Chiesa e una delle poche, autentiche personalità capaci di incidere la storia

La Basilica di San Benedetto a Norcia, restauro |  | ACI stampa La Basilica di San Benedetto a Norcia, restauro | | ACI stampa

Siamo nei giorni di inizio estate e proprio in questi giorni ricorre la celebrazione di Benedetto da Norcia, uno dei più grandi santi della Chiesa e una delle poche, autentiche personalità capaci di incidere la storia, di trasformarla. Nel suo tempo e fino ai nostri giorni.

Nel periodo cupo del lockdown, che comunque continua a proiettare un’ombra sulla vita di tutti e in tutto il mondo, in molti si sono fatti ispirare dalla Regola benedettina, hanno proposto il monachesimo come
modello di vita da adattare alle circostanze che ci sono capitate in sorte, legate alla pandemia. E in molti hanno ricordato come i monasteri fondati da Benedetto siano poi diventati l’ossatura della futura Europa
(non a caso ne è diventato il patrono) sono diventati il possente argine contro la violenza, la barbarie, la distruzione, il caos. Lo sono sempre stati e continuano ad esserlo. La loro presenza incarna la reale alternativa alle logiche di un mondo che sembra sempre più impegnato ad autodistruggersi, mentre le persone annaspano alla ricerca di una vera salvezza, che però proprio questo mondo non è in grado di offrire.

Torna così a risplendere il nome di Benedetto. Torna anche attraverso numerosi libri, a testimonianza del fatto che la sua figura e la sua opera non cessano di ispirare, e di portare ad un reale cambiamento, laddove vengano davvero “lasciati agire”. Città Nuova editrice ripropone proprio in queste ultime settimane un saggio che ha fatto scuola, in un certo senso: “Benedetta economia”, il quale, a sua volta, ha ispirato un
programma di successo su Tv2000.

Il saggio, scritto da Luigino Bruni e Alessandra Smerilli, delinea la grande
tradizione e l’influenza fondamentale che Benedetto da Norcia e poi Francesco d’Assisi hanno avuto nella storia economica europea. Riuscendo, miracolosamente – si potrebbe chiosare – a inserire nel mondo del mercato e del profitto, del denaro e del commercio una dimensione etica, spirituale, volta alla gratuità.

Accanto alle prime banche nascevano i primi ospedali, alle botteghe e agli affari spesso spietati dei mercanti si affiancavano le botteghe degli artigiani, da dove sarebbero usciti i maestri e i geni che hanno
fatto grande la cultura occidentale. Lo spirito del monachesimo e del francescanesimo, insieme a quello di molti altri carismi presenti nella Chiesa, non ha soffiato invano. Tempi di violenze e di soprusi, ma anche
tempi di grandi cattedrali, delle prime idee di Comune, del senso di appartenenza ad un popolo e ad una civiltà.

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Resta un pilastro fondamentale della bibliografia sul santo il "Libro dei dialoghi" di san Gregorio Magno, che costituiscono l’unica fonte storica per conoscere la sua vita. Insieme alla Regola, il fondamento del monachesimo occidentale, che incarna una sintesi mai superata del messaggio cristiano. Da Montecassino giunge inalterata la voce del suo fondatore, che parla di una scelta incondizionata di Dio, capace di
stravolgere i canoni dell’esistenza comune, nei primi secoli dopo Cristo come oggi, nel primo ventennio del Duemila.

Se si volesse invece rileggere la vita del grande Benedetto in una chiave più romanzesca e intrigante, senza però perderne il significato più autentico, consigliamo “La città di Dio”, di Louis de Wohl, che racconta appunto la tormentata vicenda del padre del monachesimo occidentale, tra intrighi, tradimenti, amore fraterno, miracoli, fede, guerre, epidemie.

Basti considerare le prime scene con cui si apre il romanzo. Il re visigoto Teodorico giunge in Italia per prendere possesso delle terre dilaniate da guerre, pestilenze, devastazioni, tra le macerie di quello che era
stato l’impero romano. Teodorico giunge da trionfatore in una Roma spossata e macilenta. Tra la folla che accorre per vedere l’ennesimo potente che calca le strade millenarie, c’è anche un giovane studente,
proveniente da Norcia. Si chiama Benedetto e già, dentro di se’, sente che quel mondo in rovina non può essere l’unico orizzonte a cui rassegnarsi. In questo momento di tripudio, falso o autentico che sia,
Benedetto riesce a togliere dai guai un ragazzino, Pietro, che si è avvicinato troppo, e con cattive intenzioni, al nuovo re. Il protagonista rivela così di che pasta è fatto: medita, osserva, comprende, agisce. Nello stile tipico dello scrittore, azione e descrizione si intrecciano fittamente nelle trame e nelle scene del romanzo, che mai perde di vista il suo obiettivo primario: rendere vivo, davanti al lettore, un uomo destinato a diventare chiave di volta della nuova civiltà pronta a sorgere dalle macerie dell’immenso impero in disfacimento.

Benedetto e Pietro si incontreranno di nuovo molto tempo dopo e fra loro si svolgerà un dialogo fondamentale. Salutandosi, Pietro domanda a Benedetto, diventato abate, come fa un uomo ad andare verso Dio. E l’abate risponde: "Allontanandosi da se stesso. Vigila e cogli l’opportunità di fare qualcosa per qualcun altro, a tuo discapito, offrendo il sacrificio a Dio". Una “ricetta” che oggi conserva intatto il proprio valore, anzi, diventa autentica rivoluzione e atto di coraggio.

Gregorio Magno, Vita di San Benedetto e la Regola, Editore Città Nuova, pp.248, euro 7,50

Luigino Bruni, Alessandra Smerilli, Benedetta economia, Editore Città Nuova, pp. 128, euro 12

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Louis de Wohl, La città di Dio, Bur Biblioteca Universale Rizzoli, pp. 382, euro 12