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Letture, i Respiri di Viaggio di Elio Ciol fotografo d'emozioni

La mostra a Casarsa della Delizia

Elio Ciol  |  | Punto Marte Editore
Elio Ciol | | Punto Marte Editore
Elio Ciol, le foto  |  | Punto Marte Editore
Elio Ciol, le foto | | Punto Marte Editore
Elio Ciol, le foto  |  | Punto Marte Editore
Elio Ciol, le foto | | Punto Marte Editore
Elio Ciol, le foto  |  | Punto Marte Editore
Elio Ciol, le foto | | Punto Marte Editore
Elio Ciol, le foto  |  | Punto Marte Editore
Elio Ciol, le foto | | Punto Marte Editore

Moltiplicati all’infinito gli archi disegnano uno spazio che si dilata nell’anima, sollevata verso l’alto. Dentro il bianco e nero della fotografia il visitatore ritrova il mistero e il fascino di Cordoba e la sua moschea-cattedrale. Il labirinto-foresta di archi, pietra, linee in cui lo sguardo si trasforma profondamente  in preghiera. Il  viaggio tra le immagini  è cominciato e  sarà lungo, intenso, unico.

Nella nuova mostra allestita con le fotografie di Elio Ciol, dal titolo “Respiri di viaggio”, gli scenari si susseguono tessendo fili invisibili che attraversano i continenti, i paesaggi, i volti, le storie. Siamo all’interno della mostra, allestita a Casarsa della Delizia, in Friuli,  in una bella sala messa a disposizione dal Comune. Fuori, nelle ore infuocate di una giornata estiva, si addensano le ombre di case, campi, cieli attraversati da nuvole veloci, e in questa cornice mobile sembrano muoversi anche le immagini di mondi lontanissimi eppure così familiari, rese tangibili attraverso la lente di Ciol.

Abbiamo il privilegio di visitarla insieme all’autore  e di suo figlio Stefano, anch’egli valente fotografo. Elio Ciol è uno straordinario signore di 91 anni, essendo nato a Casarsa il 3 marzo 1929, che sembra aver annullato il concetto di tempo che passa e di invecchiamento. Ha alle spalle una carriera costellata di opere importanti, riconoscimenti, successi: basterebbe pensare che  le sue immagini hanno illustrato 218 libri ed è autore di numerosi libri fotografici che sono stati tradotti in tante lingue diverse. Eppure possiede la semplicità e la curiosità di chi continua a stupirsi dinanzi ai miracoli della creazione. “Ho sempre tentato di scrivere con la luce, come si vede anche in queste foto, in cui ho cercato di catturare l’anima e la bellezza profonde dei tanti luoghi che ho avuto la fortuna di poter vedere di persona, con la gioia di poter portare a casa e mostrare agli amici e a chi verrà ora a visitare la mostra, quello che io ho visto, sentito, “catturato”” ci spiega, mentre guardiamo avvinti le foto che ci parlano di luoghi favolosi e archetipi: l’Alhambra in Spagna e l’Andalusia, la Mongolia, la Grande Muraglia cinese, l’Uzbekistan e l’India…La poesia di Ciol è evidente anche in questi paesaggi così famosi e conosciuti, ritratti però da angolature diverse, che rivelano tratti nuovi, inediti.

D’altronde, nei suoi lavori è evidente la straordinaria capacità di lavorare con la luce e la padronanza nell’uso della tecnica fotografica, tanto da far sembrare molte delle sue foto  delle incisioni realizzate a mano o delle litografie. Questo tratto affiora in modo spettacolare, ad esempio, in una foto che ritrae la Sfinge di Giza: un’immagine iconica, vista milioni di volte. Eppure, nell’interpretazione di Ciol, si trasfigura, diventa onirica, quasi fosse incisa, intagliata, non fotografata. Diventa enorme, rispetto alla piramide che appare in lontananza, ridotta nelle dimensioni: “Io l’ho fotografata da un’angolazione particolare, ma poi, sviluppandola, ho pensato che davvero, nel mio occhio e nella mia mente, la Sfinge era immensa, incombente, misteriosa come una figura che potresti aver visto  in sogno”, spiega l’artista.

E’ proprio della sua tecnica, talvolta intervenire sulla fotografia avvalendosi di tecniche manuali, allo scopo esclusivo di sottolineare dei dettagli e incarnare così l’idea fulminante, la scintilla della prima intuizione, il gesto della creazione artistica che nel clic imita, in un certo senso, la pennellata. Ricordiamo che tra le attività di Elio Ciol un posto centrale è occupato dalla creazione di un archivio fotografico di opere d’arte italiana, mentre molte delle sue opere si trovano nelle collezioni di importantissimi musei e gallerie internazionali, compresi i Musei Vaticani.

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I monasteri e le pietre d’Armenia, “piantati nel terreno come sentinelle”, mentre “intrattengono da millenni un misterioso, silente dialogo fra di loro e con il vento”, scrive il curatore Fulvio Dell’Agnese. Con l’Armenia c’è sempre stato un rapporto speciale, basterebbe citare l’importante mostra organizzata a Lugano nel 2015 intitolata “Gli adoratori della croce”. Intanto il maestro, passeggiando tra i pannelli espositivi, racconta i suoi straordinari incontri, con Pasolini, che proprio qui a Casarsa ha trascorso anni cruciali della sua formazione, e quelli con il cardinal Montini, futuro papa Paolo VI, con padre Turoldo e monsignor Camisasca. Un racconto che testimonia stagioni felici per la cultura, la spiritualità, l’arte. E anche le difficoltà e il coraggio: “Dicevano che ero il fotografo contadino e cattolico. Pensavano forse di ferirmi, di offendermi, invece per me erano titoli di merito. Il mio senso religioso mi ha portato poi a “riconoscerlo” in tanti altri luoghi nel mondo, dall’India all’Armenia, dalla Mongolia alla Bulgaria…”.

Ed eccoci propri davanti alla serie dedicate al monastero di Rila, in Bulgaria, frutto di un viaggio del 2007. Si resta abbacinati, in questo caso, dai colori degli affreschi che mettono in contrapposizione il mondo della santità e quello della dimensione demoniaca, tra azzurri potenti e neri-rossi infernali, trasformati in una sorta di libro pop-up, come li definisce il curatore.

Fino alla porta dipinta di blue, fotografata nell’isola di Santorini, in Grecia, una porta che si ritaglia contro il cielo striato di nuvole. Una porta che sembra pronta ad essere aperta verso l’infinito. Nella sua breve introduzione alla mostra, testo che ovviamente poi si trova riprodotto nel bellissimo catalogo che porta lo stesso titolo dell’esposizione (Respiri di viaggio), Ciol scrive accennando all’esposizione che essa si sia realizzata “in un tempo assai prossimo, voglia o non voglia, al grande viaggio che mi aspetta.

Un grande viaggio verso il mistero dell’infinito e all’incontro con il creatore della luce, delle stelle – di una immensità di stelle – e della nostra terra. Ma soprattutto con l’Autore dell’amore fraterno. Un incontro che spero avvenga in tanta luce e pace”. E tornano in mente i suoi paesaggi di Assisi, sulle tracce di Francesco, i suoi campi innevati, i volti dei suoi fanciulli figli di contadini e di pescatori, le case e le campagne del suo amato Friuli, i segni tangibili dell’amore che non ha mai fine.

 

Elio Ciol, Respiri di viaggio, catalogo della omonima mostra in corso a Casarsa della Delizia, Spazio espositivo ex Sala Consiliare, fino al 1 agosto, Punto Marte Editore, pp.205, euro 37,05

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