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Letture, il cantore di Monte Berico Giacomo Zanella ci aiuta a pregare Maria

Di Giacomo Zanella è ancora in corso l’edizione (maggio 2020) delle Opere complete, iniziata nel 1988 a cura dell’Accademia Olimpica di Vicenza

Giacomo Zanella  |  | Comune di Vicenza Giacomo Zanella | | Comune di Vicenza

"Dalla santa pendice, ove i tuoi piedi/O vergine, posasti e di salute/Larga fontana a’ tribolati apristi,/Coll’amoroso tuo guardo materno/La città sottoposta e le convalli/Ampie dall’alpi alla marina esplori/Tutte quante. Ove or siedi, era temuta/solitudine un dì. Quanti infelici/Col cruccio in core, o sulle ciglia il pianto/Non salîro quassù, che poi beati/d’intime gioie sconosciute al mondo/Sfidâr le pugne della vita! Appesi/stanno alle mura venerande i voti /Di cento età". 

Sono versi tratti dalla lirica Alla Madonna di Monte Berico presso Vicenza, scritta dal vicentino  Giacomo Zanella. Un poeta oggi ingiustamente poco ricordato, come del resto è destino di tanti altri. Il quale amava particolarmente il santuario. E in questi giorni di festa dedicati a Maria il pensiero corre a questo luogo particolare, molto amato e anche letterariamente. Corre a questo piccolo colle che sovrasta la città di Vicenza, oggi meta di pellegrini da tutto il mondo. E’ grazie alla storia di questo santuario che la Madonna di Monte Berico, detta anche Madre della Misericordia, diverrà nel 1978 patrona dell’intera diocesi di Vicenza, per volontà di papa Paolo VI. 

 

Bisogna tornare molto indietro nel tempo, ad una triste mattina del 1426. Infuria una terribile epidemia di peste, che sta sterminando la popolazione, sia a Vicenza che in campagna. Quel 7 marzo, con il cuore pesante Vincenza Pasini sta camminando per portare il pranzo al marito che lavora in una vigna sul Monte Berico. Ancora una volta Maria sceglie una persona di condizioni molto umili a cui apparire e a cui affidare un chiaro messaggio: "Io sono Maria Vergine, la Madre di Cristo morto in croce per la salvezza degli uomini. Ti prego di andare a dire a nome mio al popolo vicentino di costruire in questo luogo una chiesa in mio onore, se vuole riavere la sua salute, altrimenti la peste non cesserà. Tutti coloro che con devozione visiteranno questa chiesa nelle mie feste e ogni prima domenica del mese avranno in dono abbondanza delle grazie e della misericordia di Dio e la benedizione della mia stessa mano materna".

Un messaggio che gli uomini hanno compreso: una chiesa è sorta dove indicato dalla Madonna, una chiesa bellissima, che di volta in volta ha assunto forme e architetture di grande valore. La storia rtistica comincia proprio nel 1428 con l’edificazione della chiesa dedicata a Sancta Maria de gratia,  alla Madonna invocata come speciale protettrice della città, in particolare durante le ricorrenti carestie ed epidemie di peste che durarono fino al 1632.

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Nel corso dei secoli lil santuario  viene sempre  più ampliata e abbellita: nel 1578-79 interviene addirittura il grande Andrea Palladio che gli conferisce un aspetto felicemente in equlibrio tra la sacralità del luogo e la serena bellezza delle sue architetture in continuo dialogo con la natura circostante. Che qui ha assunto le fattezze di un paesaggio dolce ammaliante: colline, boschi, prati in declivio, chiese, ville, campi coltivati. Dal piazzale antistante, poi,  si domina la meravigliosa prospettiva delle montagne del gruppo del Brenta, dell’altopiano di Asiago che nelle giornate limpide sembrano davvero sorgere a pochi passi dalla città.

Pellegrinaggio, contemplazione, preghiera, pace: a Monte Berico si intrecciano le strade che vi conducono. Ed è questo un luogo che ha saputo parlare al cuore degli artisti. Zanella, certo, ma anche Antonio Fogazzaro e Goffredo Parise. Proprio Fogazzaro ha abitato in questa zona, amandola molto, in particolare la Valletta del Silenzio, la quale prende il nome da una definizione coniata dallo stesso scrittore per quell’angolo paradisiaco,  silenzioso e rilassante. A ridosso la  seicentesca villa Valmarana ai Nani, resa immortale dai cicli d’affreschi dei Tiepolo verrà poi  trasfigurata nella Villa Diedo del romanzo  “Piccolo mondo moderno”.  Sotto le bombe dell’ultima guerra è invece scomparsa la Villa San Bastiano scomparsa sotto le bombe dell’ultima guerra. Così’ si chiamava l’amata dimora dalle ardite architetture Liberty, dove lo scrittore andò ad abitare con la famiglia. 

Torniamo al santuario, in questi giorni molto frequentato da pellegrini e visitatori, che si affidano a Maria, chiedendo, come figli, alla Madre perché interceda e aiuti a superare le tenebre che ci circondano. Per ricordare le parole di Zanella, Maria guarda con amore "ai tribolati" suoi figli, martoriati nel Quattrocento dalla peste e dai soprusi , e oggi altre epidemie e violenze rendono la nostra vita, che lo si voglia riconoscere o meno, una "valle di lacrime" che dobbiamo attraversare prima di raggiungere la vita eterna. E quell’angolo di felicità lo possiamo intravvedere in luoghi come Monte Berico.

 

Di Giacomo Zanella è ancora in corso l’edizione (maggio 2020) delle Opere complete, iniziata nel 1988 a cura dell’Accademia Olimpica di Vicenza e alla quale hanno partecipato diversi studiosi

 

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Antonio Fogazzaro, Piccolo mondo moderno, Garzanti editore, pp.304, euro 9