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Letture, "la donna nelle Scritture"

Una donna di cui si sa poco, soprattutto che arriva dalla terra di Canaa, una straniera, per la mentalità ebraica, e una pagana

Copertina libro |  | Edizioni Terra Santa Copertina libro | | Edizioni Terra Santa

Una donna di cui si sa poco, soprattutto che arriva dalla terra di Canaa, una straniera, per la mentalità ebraica, e una pagana. Appare nei Vangeli, in quello di Matteo, con poche, straordinarie pennellate. Appare come madre angosciata, perché ha una figlia malata, tormentata da un demonio. Ha sentito parlare di Gesù e va da lui, come ultima speranza. Non importa se è di un’altra fede, ha sentito dire che può compiere miracoli e lei si aggrappa a questa convinzione.

Quando lo vede si mette a gridare: "Pietà di me, Signore,
Figlio di Davide! Mia figlia è molto tormentata da un
demonio" (Mt 15,22). Gesù sembra dle tutto indifferente a questo grido: "Ma egli non le rivolse neppure una parola" (Mt 15,23), e quando
apre la bocca usa parole che colpiscono per la loro apparente durezza: "Non sono stato mandato se non alle pecore perdute della casa di Israele" (Mt 15,24). Ma questa madre non si rassegna, non tace e continua ad implorare la grazia: "Signore, aiutami!" (Mt 15,25). La risposta del
Signore suona come un’offesa: "Non è bene prendere il
pane dei figli e gettarlo ai cagnolini" (Mt 15,26).

A questo punto "si verifica un fatto sorprendente, dove le parti si rovesciano: la cananea pagana, che va oltre l’indifferenza e alle sorgenti della vita nuova, supera l’offesa del Maestro, anzi ha qualcosa da insegnargli, ossia lo aiuta a prenderecoscienza della sua missione universale, forzandolo dolcemente, allo stesso momento, di operare la guarigione della figlia: “È vero, Signore – disse la donna –, eppure i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei padroni” (Mt 15,27). La donna accetta di non aver parte al banchetto dei figli, sa di non averne diritto.

Ma a lei bastano le briciole ossia non vuole tutto, non vuole la parte migliore, ma solo ciò che avanza e magari viene gettato via. Dio ha un posto anche per i pagani al suo banchetto di vita, perché Padre di tutti. Gesù ne rimane ammirato ed accetta la lezione di questa donna come una parola di Dio che lo spinge ad aprirsi universalmente.

Il toccante e fondamentale incontro di Gesù con questa donna – che viene definita colei che “converte” Gesù - viene raccontato con grande profondità e delicatezza nell’ultimo libro di Sandro Carotta, monaco presso l’abbazia di Praglia, in provincia di Padova, autore molto apprezzato di numerosi testi e articoli di spiritualità ed esegesi biblica. Il libro siintitola: "La saggezza velata. La donna nella Scrittura",
 edizioni Terra Santa. Le immagini delle donne che di volta in
volta ci vengono incontro, dalle pagine dell’Antico e del Nuovo Testamento, e non solo, sono straordinarie e colte nella loro grandezza spesso “nascosta”.

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Il libro contiene la prefazione di Maria Manuela Cavrini, clarissa, anche lei autrice di numerosi testi, alcuni scritti in collaborazione con lo stesso Carotta. "Ormai riconosco a occhi chiusi - scrive suor Maria Manuela - ;uno scritto di don Sandro: partenza sempre dal testo biblico, con ampi riferimenti agli originali in ebraico e in greco, poi via, verso un’attualizzazione ad ampi orizzonti sui grandi temi dell’uomo. Il tutto in brevi paragrafi, accessibili a tutti, con una ricchezza di citazioni che può all’inizio disorientare il lettore, ma in realtà lo attira dentro il testo e lo conduce a mettersi a sua volta in gioco, insieme all’autore.

Incontriamo dunque le donne dell’Antico e del Nuovo Testamento, ma anche donne contemporanee: Eva, Sara, Rebecca, Rachele, Sifra e Pua, Miryam, Giuditta, Ester, Tamar, Raab, Betsabea, e poi Elisabetta, Anna, Maria, Marta, Maria di Magdala, Lidia e, ancora, Emily Dickinson, Elisabetta d’Assia-Darmstadt, Gertrud von Le Fort, Etty Hillesum, Maria Zambrano, Anna Magnani, Karen Horney, Alda Merini, Julia Crotta. 

"Nel loro grembo - spiega l’autore - portavano il nuovo popolo di Dio e vegliando sulla sua nascita ne sostenevano i primi passi. Donna è quindi detta la Chiesa, come ama dire sovente papa Francesco. E non a caso, nelle catacombe, la Chiesa è spesso raffigurata come una donna in preghiera, con le braccia alzate in un gesto che unisce il cielo e la terra…"

L’autore è, come spiegato, monaco presso l’Abbazia di Praglia. Vive tra le mura di uno dei luoghi più affascinanti e ricchi di spiritualità in Italia e secondo la Regola Benedettina condivide il pane della Parola agli ospiti che vengono al monastero attraverso il metodo antico e sempre nuovo
della lectio divina. E’ facile,pensando a lui, avere dinanzi l’immagine dei chiostri, delle sale, dello straordinario scriptorium, della Biblioteca dalla storia millenaria e dal prestigio che ancora oggi la rendono famosa nel mondo. Immaginiamo don Sandro che medita e legge al fruscio
delle piante secolari cresciute dentro e tutt’intorno all’abbazia. E magari mettersi in ascolto della voce di una delle donne tanto ammirate, la voce per esempio di Emily Dickinson che mormora i suoi meravigliosi versi: Questo mondo non è Conclusione,/ un seguito è al di là, /invisibile
come la musica, /forte come il suono. A noi fa segno/ e poi
sfugge/ Filosofia non lo sa. /è la fede, alla fine, /a penetrare
l’Enigma./ I narcotici non possono placare/ il dente che rode
l’anima".

Sandro Carotta, La saggezza velata. La donna nelle
Scritture, edizioni Terra Santa, pp.160, euro 14