Roma , venerdì, 12. dicembre, 2025 18:00 (ACI Stampa).
Dimentichiamo, per un momento, le atmosfere tipicamente, per non dire ostentatamente, natalizie, per tentare di afferrare qualcosa che, sia pure per vie traverse, ci parli di un autentico spirito del Natale. A partire, ovviamente, dal fatto che Dio entra nella storia umana, con l’incarnazione in un bambino che, da uomo, sarà destinato a morire in croce e a risorgere, per la salvezza del mondo. Di conseguenza dovremmo riflettere sulla luce che riesce che brilla nelle tenebre, anche in quelle più fitte, nell’esistenza di ciascuno, se lo desidera, sulla forza d’animo che si impone nelle prove più dure e disperate…L’idea che, nonostante tutto, la vita sia un’avventura, aperta ad ogni possibilità e che per crescere bisogna affrontare perdite, sfide, paure, dentro e fuori di ogni persona.
Concetti di cui si sente parlare spesso, di questi tempi, e che invece possiamo ritrovare intatti, attraverso una prosa avvincente, in apparenza semplice e scorrevole, in realtà stratificata ed evocativa al massimo grado: si tratta di Robert Louis Stevenson e, in particolare, di quel capolavoro – non sempre riconosciuto nella sua effettiva grandezza – che è il romanzo “L’isola del tesoro”. L’occasione è una nuova edizione, per la casa editrice Rusconi, e il consiglio è di regalarla e leggerla, o rileggerla, anche in vista delle feste.
Ma che cosa ha a che fare, propriamente, questo romanzo con il Natale? Apparentemente ben poco. A meno che non ci si lasci guidare dalla ricerca di quei concetti, di quella visione a cui si faceva riferimento poc’anzi.
La trama dell’Isola del Tesoro è nota, ma meglio rinfrescare la memoria. Vi si raccontano le numerose avventure di Jim Hawkins, un ragazzino che, dopo aver trovato la mappa del tesoro del famigerato capitano Flint nel baule di un vecchio marinaio, si imbarca sulla nave Hispaniola per cercarlo; ma l'equipaggio, guidato dal subdolo cuoco Long John Silver – personaggio reso indimenticabile nel suo intrecciare malizia, perfidia, intelligenza e persino un certo senso dell’umorismo - è composto da pirati che pianificano un ammutinamento, portando a scontri, naufragi, alleanze inaspettate e una caccia all'oro che – elemento fondamentale- segna la crescita di Jim tra tradimento e coraggio.
Stevenson, in estrema sintesi, ci riporta allo stupore dell'infanzia, a quella capacità miracolosa di vedere in ogni evento e in ogni incontro il senso dell'avventura, la bellezza della vita, da affrontare con coraggio e determinazione come fanno i suoi personaggi, soprattutto i ragazzi e i bambini. Un vero antidoto contro depressione e pessimismo, proponendo, appunto, una visione di speranza.




