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Libri: a chi piace l'Opzione Benedetto?

Copertina libro Copertina libro "Opzione Benedetto" | Il nuovo libro di Rod Dreher | San Paolo Edizioni
Un mondo alla deriva, immerso in nuove, pesanti tenebre: quelle di una dilagante e inarrestabile scristianizzazione. Un mondo come questo, per tanti versi molto simile a quello che usciva dalle rovine dell'impero romano, nei primi secoli dopo Cristo, preda di continue invasioni barbariche, è proprio quello in cui stiamo vivendo oggi, almeno secondo Rod Dreher, giornalista, saggista, blogger statunitense.
 
E per continuare a vivere in un simile contesto, continuare a vivere integralmente da cristiani, non rimane che l'Opzione Benedetto, ossia l'applicazione precisa e concreta della Regola di San Benedetto da Norcia. Le riflessioni e le considerazioni che Dreher da anni consolida intorno a questo tema sono confluite in un libro, appunto L'Opzione Benedetto, che negli Usa ha scatenato dibattiti molto accesi. Ora è stato tradotto e pubblicato anche in Italia, dalle Edizioni Paoline.   Ed anche qui sta suscitando molta attenzione, tra critiche talvolta anche pesanti e adesioni convinte.  
 
Al di la' di quello che ciascuno può pensare della proposta illustrata dall'autore, è interessante il confronto e lo scontro scaturiti da queste dense 350 pagine. Il saggio poi racconta con forza e partecipazione l'esperienza di molte comunità religiose in America, le scelte e le vicende di uomini, donne, famiglie alla ricerca di una possibilità di vivere fino in fondo l'esperienza religiosa, e  getta lo sguardo anche su alcune realtà nate e cresciute in Europa. Naturalmente a partire dall'incontro dell'autore con i monaci benedettini di Norcia, incontro avvenuto prima che il terremoto del 2016 cancellasse quasi definitivamente lo splendido profilo della millenaria basilica di Norcia.

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Questo incontro ha reso ancora più convinta l'adesione personale all'idea di applicare la Regola benedettina a tutti gli ambiti della vita individuale, familiare,  comunitaria e politica. In estrema sintesi, sempre secondo l'autore, da questa applicazione totalizzante possono nascere famiglie, piccole comunità,  gruppi che, come oasi nel mare montante della modernità relativizzata,  resisteranno alle tempeste che vorrebbero spazzare via ogni segno del cristianesimo. Conserveranno il seme della fede, proprio come fecero le comunità di monaci volute da Benedetto, al principio della nuova civiltà occidentale. Occorre dunque separarsi dall "impero",  per ritrovare le proprie radici e per diventare "sale della terra", un sale non  insipido. Una sorta di exit strategy dalla secolarizzazione, insomma. Per contro l'accusa a Dreher e', in pratica, di voler isolare, ghettizzare il cristianesimo, di renderlo fruibile solo per pochi eletti.
 
Gli incontri e il racconto di vite ed esperienze, dicevamo, sono forse il tratto più immediatamente percepibile di questa lettura, non sempre facile e non sempre condivisibile. Del resto Dreher scrive che il suo libro non è un' "agenda politica", ne' un "vademecum spirituale", e neppure " una classica lamentazione sul declino e sulla caduta". Offre, evidentemente,  come spiega sempre l'autore, "una critica della cultura moderna da un punto di vista cristiano tradizionale", ma soprattutto cerca di raccontare "le storie di cristiani conservatori, pionieri di  modalità creative e di vivere la fede con gioia". Sono queste storie, dunque, a catturare maggiormente l'attenzione del lettore, e d'altra parte il libro pone sul tappeto questioni e temi antichi e decisivi,  come quello delle modalità di come il cristiano deve vivere nel mondo " senza essere del mondo", del rapporto della Chiesa con la modernità.  
 
Vi è poi l'invito a riscoprire la grandezza e l'attualità della Regola di san Benedetto. Il fascino della scelta monastica, non è diminuito neppure in questo tempo frammentato e secolarizzato.  Non è infatti un caso che mentre calano le vocazioni "ordinarie", per così dire, non diminuiscono, anzi  aumentano, sia pure nell'ordine dei piccoli numeri, quelle per la vita monastica, di clausura e si moltiplicano le scelte di vivere l'eremitaggio,  anche nel cuore delle nostre convulse e stranianti metropoli contemporanee.

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