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L'Ispettore dei cappellani nelle carceri: "Livatino, rilanciamo messaggio di speranza"

Don Raffaele Grimaldi, ispettore generale dei cappellani nelle carceri italiane, invia un messaggio in occasione della beatificazione, domenica 9 maggio, nella cattedrale di Agrigento, del giudice Rosario Livatino.

Personale delle carceri, una Messa |  | Ufficio stampa
Personale delle carceri, una Messa | | Ufficio stampa
Carcere a Roma |  | Vatican Media / ACI Group
Carcere a Roma | | Vatican Media / ACI Group

Domenica tra i presenti ad Agrigento alla liturgia per la beatificazione di Rosario Livatino ci sarà don Raffaele Grimaldi, ispettore dei cappellani, che ha voluto inviare un messaggio pastorale di Misericordia ai reclusi che si sono macchiati di sangue seguendo la via della illegalità e delle mafie e per invitarli ad una vera conversione di vita.

Mai come in questo momento storico, la Chiesa è chiamata ad una grande missione per contrastare con la forza del Vangelo il cancro del malaffare e lo sviluppo incontrollato delle illegalità”, commenta l'ispettore dei cappellani nel messaggio.

"La beatificazione del magistrato Livatino vuole essere un’occasione per rilanciare un messaggio di speranza alla Chiesa, ai giovani, ai magistrati, alla politica”, si legge in una nota dell’Ispettorato dei cappellani nelle carceri italiane.

“La forza del suo annuncio – aggiunge don Grimaldi – scaturisce dall’amore di Colui che sulla Croce ha donato la sua vita per l’umanità. Molti uomini di Chiesa, nel contrastare l’opera di illegalità e nel difendere la giustizia, sono stati colpiti dalla violenza, diventando loro stessi coscienza critica per l’intera società”.

"La testimonianza del messaggio del servo di Dio Livatino – afferma il capo dei cappellani delle carceri, don Raffaele Grimaldi - vuole essere, inoltre, una sollecitudine al mondo della politica  delle istituzioni che guidano le sorti del nostro Paese chiamati a svolgere funzioni per la tutela dei cittadini, spesso minacciati da estorsori senza scrupoli che incutono paura e sottomissione e che, con la minaccia, bloccano la crescita del nostro Paese".

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