E’ visitabile presso la sede della Lumsa di Roma la mostra fotografica su “L’emancipazione femminile vista attraverso i Giochi Olimpici”, messa a disposizione da Panathlon International Distretto Italia. Una serie di pannelli fotografici evidenziano “la forza emotiva con cui le donne dello sport sono scese in campo per emergere dal loro paradossale isolamento”. L’iniziativa rientra negli eventi previsti dal programma del Corso di perfezionamento in Formazione e management dello sport organizzato dal Dipartimento di Scienze umane della Lumsa, patrocinato dal Coni e dal Pontificio Istituto della Cultura.

L’inaugurazione della mostra è stata preceduta dal Convegno “Lo sport in rosa”, con lo scopo di “far conoscere il lungo cammino per l’emancipazione che con fatica, costanza, passione, impegno e talvolta con ribellione nei confronti delle regole, tante donne hanno combattuto e vinto nel mondo dello sport ed in particolare in quello olimpico”.

All’evento hanno partecipato Mons. Mario Lusek, responsabile dell’Ufficio Nazionale CEI per la pastorale del tempo libero, turismo e sport, Edio Costantini, della Fondazione Giovanni Paolo II per lo sport, Consuelo Corradi, Pro Rettore della LUMSA, Raniero Regni, direttore del Corso di perfezionamento in Formazione e management dello sport della LUMSA, Pierluigi Palmieri, Governatore Panathlon, Alessandro Palazzotti, Vice Presidente di Special Olimpics. Al convegno erano presenti Veronica Borsi, Maria Elisabetta Marconi, Martina Petraglia, atlete del gruppo polisportivo “Fiamme Gialle” e Lucia Galli, medaglia di bronzo nelle bocce.

Secondo Consuelo Corradi, prorettore dell’Ateneo romano, “l’università è un soggetto forte che insieme ad altri soggetti forti genera cultura, informazione, formazione per le nuove generazioni. Questo evento mostra tangibilmente come la Lumsa sia interessata ad essere in contatto con coloro che dello sport non parlano ma lo praticano tutti i giorni delle loro vite. Lo sport è uno degli spazi della libertà femminile. Noi oggi ricordiamo le campionesse perché poi dietro ognuna di loro è venuto un plotone”.