“Sono sempre di più quelli che, purtroppo, fanno parte di quel numero ingente di esseri umani che non hanno nulla, o quasi nulla, da mangiare. Dovrebbe essere il contrario e, tuttavia, le recenti statistiche sono di un’evidenza sconcertante nel mostrare come la solidarietà internazionale sembra raffreddarsi. Di conseguenza, tutti siamo invitati a raddoppiare i nostri sforzi affinché a nessuno manchi il cibo necessario, in quantità e qualità”. Lo scrive il Papa nel messaggio inviato alla FAO in occasione della Giornata Mondiale dell’alimentazione. 

“E’ imprescindibile comprendere che - ammonisce il Pontefice - quando si tratta di affrontare efficacemente le cause della fame, non saranno le solenni dichiarazioni ad estirpare definitivamente questo flagello. La lotta contro la fame reclama imperiosamente un generoso finanziamento, l’abolizione delle barriere commerciali e, soprattutto, l’incremento della resilienza di fronte al cambiamento climatico, le crisi economiche e i conflitti bellici”.

“I poveri - prosegue Francesco - non possono aspettare. La loro situazione calamitosa non lo permette. Perciò è necessario agire in modo urgente, coordinato e sistematico. Abbiamo gli strumenti adeguati e un quadro di riferimento perché le belle parole e i buoni propositi si trasformino in un vero programma d’azione che culmini, effettivamente, nello sradicamento della fame dal nostro mondo. Farlo diventare realtà richiede unione di sforzi, nobiltà di cuore e preoccupazione costante per far proprio, con fermezza e determinazione, il problema dell’altro”. 

Secondo il Papa, infine, “passare dalle parole all’azione nello sradicamento della fame non richiede solo decisione politica e piani operativi. È necessario al tempo stesso superare un approccio reattivo, dando luogo ad una visione proattiva. Uno sguardo superficiale e passeggero, nel migliore dei casi può suscitare reazioni episodiche. Abbiamo bisogno di sviluppare un approccio più proattivo e più costante nel tempo, abbiamo bisogno di aumentare i fondi destinati a promuovere la pace e lo sviluppo dei popoli. Abbiamo bisogno di far tacere le armi e il loro pernicioso commercio per ascoltare la voce di quelli che piangono disperati nel sentirsi abbandonati ai margini della vita e del progresso”.