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Meeting di Rimini, Spadaro: "Recuperiamo la saggezza dell'inquietudine"

Presentazione del Meeting per l'Amicizia tra i Popoli | Un momento della presentazione del Meeting di Rimini, Roma, Pinacoteca del Tesoriere di Palazzo Patrizi, 22 giugno 2017 | FB Meeting di Rimini Presentazione del Meeting per l'Amicizia tra i Popoli | Un momento della presentazione del Meeting di Rimini, Roma, Pinacoteca del Tesoriere di Palazzo Patrizi, 22 giugno 2017 | FB Meeting di Rimini

Recuperare la saggezza dell’inquietudine dei padri, ricordandoci che – come aveva detto una volta l’arcivescovo di Buenos Aires Jorge Mario Bergoglio – “Gesù era un disadattato perché non assoggettava la sua libertà”. Così padre Antonio Spadaro, direttore di Civilta Cattolica, ha presentato il tema e il programma del Meeting per l’Amicizia dei Popoli di Rimini, durante una conferenza stampa di presentazione che si è tenuta il 22 giugno a Roma. 

Come di consueto, l’happening organizzato da Comunione e Liberazione si tiene alla fine di agosto, dal 20 al 26. Previsti circa 120 incontri, con varie personalità del mondo politico ed ecclesiastico. Padre Spadaro è uno degli ospiti di rilievo, insieme al Cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, e al metropolita Hilarion, direttore delle Relazioni Esterne del Patriarcato di Mosca, ma anche all’arcivescovo Silvano Maria Tomasi, segretario delegato del Dicastero per il Servizio allo Sviluppo Umano Integrale. Per il mondo politico-istituzionale, da segnalare la presenza del premier italiano Paolo Gentiloni e l’ex premier Enrico Letta, così come del ministro degli Esteri Angelino Alfano, del segretario NATO Stoltenberg, dell’inviato UE per la libertà religiosa Jan Figel e del presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani, ma anche di studiosi di fama internazioanle come Olivier Roy, mentre il dialogo tra le religioni sarà rappresentato dalla presenza del rabbino David Rosen dell’American Jewish Committee, il libanese musulmano Mohammad Sammak e Nassir Abdulaziz Al-Nasser, in rappresentanza del segretario generale delle Nazioni Unite.

Il tema del Meeting quest'anno è: “Quello che tu erediti dai padri, riguadagnalo per possederlo”. È una frase del Faust di Goethe. Emilia Guarnieri, presidente del Meeting di Rimini, ha spiegato che “l’immagine del manifesto – ha continuato la presidente -, dell’albero, radicato a terra nelle solide radici e slanciato nella fantasia variopinta dei suoi rami, è l’immagine plastica che riguadagnare ha a che fare col nuovo, con la creatività, con la libertà di un nuovo inizio”

Padre Spadaro, riflettendo sul tema, sottolinea: “Il modo per riguadagnare l’eredità ricevuta dai padri è la libertà, Ma dove c’è libertà, c’è inquietudine”.

Da qui l’invito a vivere con “la saggezza dell’inquietudine” dei padri, con uno sguardo a Papa Francesco, per il quale “i padri, gli anziani sono coloro che sognano, mentre i giovani sono coloro che hanno visioni”, e le due cose sono collegate, in una dialettica tra generazioni quanto mai necessario. E da qui l’idea del Papa di un Gesù “disadattato perché non assoggettava la sua libertà”. Era cioè, un ragazzo “inquieto”, perché solo così si è “sensibile agli occhi del mondo, si apre alle crisi, si ribella contro i limiti, ma li accetta se sono giusti”.

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Eraldo Affinati, scrittore, insegnante di italiano a stranieri nella scuola Penny Wirton ma anche insegnante nella Opera Nazionale per la Città dei Ragazzi – fondata nel Dopoguerra dal sacerdote inglese John Patrick Carrol Abbing per i ragazzi svantaggiati si è concentrato sulla responsabilità della parola.

Una responsabilità che lui vede in don Lorenzo Milani, recentemente omaggiato dal Papa, che – con la sua scuola a Barbiana – ha ridato voce ai poveri. E ha sottolineato che i ragazzi di Barbiana oggi “sono gli immigrati”, specialmente quelli di “prima generazione”, per i quali “la lingua è ortopedica, salda le fratture della loro vita”. Vale a dire che li rimette in pace con la loro storia, una storia spesso drammatica di chi ha dovuto lasciare tutto per cominciare una nuova vita.

Ricordando storie che ha vissuto e raccontato nei suoi libri, Affinati ha sottolineato che “abbiamo una doppia responsabilità come italiani: geografica, perché siamo al centro del Mediterraneo, e storica, perché qui è nato l’umanesimo. Dobbiamo quindi guidare altri Paesi europei a prendere sul serio questo tema”.