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Messa per il Patriarca Pietro Gregorio XX, il ricordo di Papa Francesco

Il nunzio apostolico va a Gyumri per celebrare una Messa in suffragio del Patriarca Armeno Cattolico Pietro Gregorio XX, scomparso lo scorso 25 maggio

Cattedrale Santi Martiri, Gyumri | La cattedrale armeno cattolica dei Santi Martiri a Gyumri | AG / ACI Group Cattedrale Santi Martiri, Gyumri | La cattedrale armeno cattolica dei Santi Martiri a Gyumri | AG / ACI Group

Per i funerali del patriarca armeno cattolico Gregorio Pietro XX, Papa Francesco affida al Cardinale Mario Zenari, nunzio apostolico in Siria, un messaggio denso di riferimenti personali, mentre a Gyumri, in Armenia, il nunzio apostolico José Avelino Bettencourt celebra la sera una Messa in suffragio portando proprio i saluti del Papa. Il Patriarca è scomparso il 25 maggio ad 86 anni, dopo una lunga malattia

Nel suo messaggio, Papa Francesco ricorda la benedizione speciale che il Patriarca gli chiese prima di accettare l’elezione, la Messa concelebrata insieme a Santa Marta nel 2015, la presenza del Patriarca al suo fianco nella visita alla cattedrale armeno cattolica di Gyumri e quella nei giardini vaticani nel 2018 per l’inaugurazione della statua di San Gregorio di Narek.

“Tanti momenti particolari – scrive Papa Francesco - che mi hanno consentito di essere vicino al Patriarca Gregorio Pietro XX e, con lui, all’amato popolo armeno, che tanto ha sofferto lungo la storia ma è sempre rimasto fedele alla professione di fede in Cristo Salvatore”.

Il Papa definisce il patriarca un “pastore attento”, che ha attivato contatti con varie istituzioni per sostenere “alcune iniziative di solidarietà per le popolazioni più provate, specialmente in Siria e Libano”, nonché l’apertura del processo di beatificazione e canonizzazione del suo predecessore, il Cardinale Pietro XV Agagianian. E ha notato, Papa Francesco, che con “il progressivo venir meno delle forze fisiche, e con senso di responsabilità si è interrogato in coscienza se fosse ancora in grado di guidare la Chiesa Armena come Patriarca: gli ha risposto il Signore, pronunciando un’ultima volta la chiamata a seguirlo”

In serata, la celebrazione a Gyumri guidata dall’arcivescovo José Avelino Bettencourt, nunzio apostolico in Georgia e Armenia, che ha sottolineato come il Patriarca abbia

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lavorato per il Regno dei Cieli, vedendo negli incontri con la gente occasioni preziose per suscitare la nostalgia delle cose di lassù e l’amore per a Chiesa ‘germe e inizio del Regno di Dio’.

Lo scenario è la cattedrale armeno cattolica dei Santi Martiri a Gyumri, lì dove lo stesso Papa Francesco fu accolto del Patriarca Pietro Gregorio durante il suo viaggio in Armenia nel 2016. La sede del Patriarca armeno cattolico è infatti a Beirut, ma è a Gyumri che c’è una presenza fortissima di cattolici, sebbene la maggioranza dei fedeli sia della Chiesa Apostolica Armena. Ma è Gyumri che si è sviluppato un dialogo forte tra cattolici e apostolici sin dai tempi della dominazione sovietica. Per esempio, c’è un crocifisso, nella Cattedrale Apostolica, che fu portato lì da una Chiesa cattolica, e lì custodito, per permettere ai cattolici di pregare quando tutte le Chiese venivano chiuse. La stessa Madonna delle Sette Piaghe, una icona del XVIII secolo considerata miracolosa, è venerata allo stesso modo da Apostolici e Cattolici.

È in questa città, ancora ferita dal terremoto del 1988, che si è sviluppato un ecumenismo della sofferenza, ed è questa città che accoglie il nunzio apostolico per la messa in suffragio del Patriarca Pietro Gregorio XX Ghabroyan (il nome in armeno è Krikor Bedros), portando le condoglianze di Papa Francesco, del Cardinale Pietro Parolin e dei superiori della segreteria di Stato, del Cardinale Leonardo Sandri, prefettto della Congregazione per le Chiese Orientali, e di tutti i superiori della Curia Romana.

Dopo aver commentato le Letture, il nunzio ripercorre la vita del Patriarca Pietro Gregorio, che veniva da Aleppo, in Siria, ed entrò giovane nel monastero patriarcale di Bzommar e al collegio dei Frati Maristi di Jounieh in Libano, per poi studiare alla Pontificia Università Gregoriana e al Pontificio Collegio armeno a Roma.

Sacerdote dal 1959, si dedicò per anni al ministero della formazione dei giovani. Quindi, nel 1976, la chiamata al servizio pastorale degli armeni in Francia. Ordinato vescovo, confermò – spiega l’arcivescovo Bettencourt – “confermò le sue non comuni doti e servi come Esarco Apostolico e poi Primate preso la Eparchia di Santa Croce degli Armeni in Francia”

Era patriarca del 2015. Il 7 settembre 2015, aveva concelebrato con Papa Francesco a Santa Marta, e il Papa nell’occasione aveva definito il massacro degli armeni come il “primo genocidio del XX secolo”.

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E ora – sottolinea il nunzio – “Sua Beatitudine Gregorio Pietro XX, dopo un lungo itinerario umano e sacerdotale, giunge ora alla patria celeste, patria promessa a coloro che spendono la vita al servizio di Dio e dei fratelli”.

Il patriarca, alla fine, “si sentiva un umile collaboratore della missione affidata da Cristo a Pietro ed ai suoi Successori e a tutti coloro in comunione”.

La Chiesa Armeno cattolica è una Chiesa cattolica patriarcale “sui iuris”, nata nel 1742 dalla Chiesa nazionale armena. Fu riconosciuta da Papa Benedetto XIV. È presente in Libano, Iran, Iraq, Egitto, Siria, Turchia, Israele, Palestina ed in altre realtà della diaspora armena nel mondo. In minima parte è presente anche nella madrepatria armena. Il numero dei fedeli, nel 2010, era stimato in 585mila. Il patriarcato di Cilicia ha sede a Bzommar, ma la residenza del patriarca è a Beirut.