"Non perdiamo il suo messaggio più bello e più forte, il sogno di una città che non perde il suo vero tesoro. Biagio non pensava a una città senza Dio. Perché se c'è Dio si riparte dai più piccoli e si resta piccoli. E oggi abbiamo bisogno di questo, di una piccolezza che riesce ad abbracciare tutti. E' il messaggio che lascia alla città e che lascia anche alla Chiesa. Poi lui ha fatto grandi opere sociali ma il fondamento è la sua fede in Dio". Lo ha detto stamane l'Arcivescovo di Palermo, Monsignor Corrado Lorefice, commentando la morte di Fratel Biagio Conte, avvenuta poche ore fa.

"Lui capiva - ha aggiunto il presule - che noi se abbiamo Dio non solo non abbiamo nulla da perdere ma se c'è Dio ripartiamo dalle cose essenziali. Se c'è Dio siamo più fraterni e c'è più giustizia e più pace per la città e per gli uomini. Questo è l'augurio più bello che io vi faccio e l'eredità che ci ha lasciato e che dobbiamo custodire".

Fratel Biagio, missionario laico che ha speso tutta la sua vita per i poveri di Palermo, aveva 59 anni ed era malato da tempo. E' stato il fondatore della Missione Speranza e Carità, che accoglie attualmente circa 600 persone.

Anche il Presidente della Repubblica Mattarella, anch'egli palermitano, ha espresso dolore per la morte di Fratel Biagio "punto di riferimento, non soltanto a Palermo, per chi crede nei valori della solidarietà e della dignità della persona, che ha testimoniato concretamente, in maniera coinvolgente ed eroica. Il rimpianto e la riconoscenza nei confronti di Biagio Conte vanno espressi consolidando e sviluppando anche in futuro le sue iniziative affinché il ricordo della sua figura sia concreto e reale, così come è stato il suo esempio".