Con la processione del Corpus Domini, la Chiesa, oggi, celebra e manifesta al mondo il dono immenso della presenza di Cristo che essa possiede, custodisce e adora.
Ma per quale ragione Gesù si rende presente sotto l’aspetto di segni, di segni speciali quali il pane e il vino? Perché questi segni parlano, sono espressivi, ci dicono molte cose di Gesù.
Innanzitutto il pane e il vino danno all’Eucarestia il significato di carne e di sangue, cioè di sacrificio, di rinnovazione della morte di Gesù sulla Croce. Nell’Eucarestia Cristo torna a donarsi a offrire, seppure in modo non violento, la sua vita per la salvezza dell’umanità e proprio ciascuno di noi ha la possibilità di avvicinarlo e di ripetere con San Paolo: “Mi ha amato e ha dato se stesso per me” (Gal 2.20).
Inoltre, il pane e il vino sono fatti per essere rispettivamente mangiati e bevuti. Ebbene nell’Eucarestia Gesù diventa nostro cibo e nostra bevanda. Quando assumiamo questo sacramento noi siamo soliti dire che facciamo “la comunione”. Gesù vuole non solo essere vicino, ma in comunione con noi. Per quale ragione? Perché vuole essere come il cibo per il corpo, principio di vita, di vita nuova. Lui stesso, infatti, ha dichiarato: “Chi mangia il mio corpo e beve il mio sangue vivrà; vivrà di me; vivrà per l’eternità” (Gv. 6.48-58)
Infine, non possiamo dimenticare che l’Eucarestia è stata istituita durante un pasto, momento di incontro e di unione. Dall’Eucarestia nasce l’unità della Chiesa. Lo ricorda l’Apostolo Paolo quando afferma: “Noi formiamo un solo corpo, noi tutti che partecipiamo dello stesso pane” (1Cor 10.7). Unità che si esprime nell’accogliere e vivere il comandamento di Gesù: “Amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi”. Quel “come” è tremendo! Siamo chiamati ad amare come Lui ci ha amati! Se siamo discepoli di Cristo l’amore è la nostra vita: “Da questo conosceranno tutti che siete miei discepoli, se avrete amore scambievole”.
Celebrare la solennità del Corpus Domini, allora, significa celebrare la festa dell’Amore di Cristo per noi, che spiega tutto il Vangelo; celebrare la festa del nostro amore per Cristo, il tesoro della vita; celebrare la festa dell’amore fra di noi; celebrare la festa dell’amore per i fratelli, dai più vicini ai più lontani; ai più piccoli, ai più poveri, ai più bisognosi, fino a quelli che ci sono nemici o ostili.
E così viviamo la Chiesa, la società dell’amore.
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