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Padre Cantalamessa nella predica di Quaresima parla di Maria privilegiata per la sua fede

Il modello per i credenti per arrivare alla gioia di non fare la propria volontà, la gioia di credere

Padre Cantalamessa nella predica di Quaresima  |  | Vatican Media Padre Cantalamessa nella predica di Quaresima | | Vatican Media

C’è Maria al centro della Seconda predica di Quaresima per la Curia Roma. Anche questa mattina la predica è stata trasmessa via streaming senza presenti e  tenuta questa mattina dal Predicatore della casa Pontificia Padre Raniero Cantalamessa. 

Maria è presente in tutti i tre momenti chiave della nostra salvezza: l’Incarnazione, il Mistero pasquale, la Pentecoste e queste tre presenze di Maria “le assicurano un posto unico accanto a Gesù”.

Il predicatore ha ripercorso la vita di Maria, sottolineando i tanti momenti di angoscia, fatica, dolore da lei vissuti prima ancora della partecipazione alla Passione di Gesù, ai piedi della croce.

Tutto questo rende la vicenda di Maria straordinariamente significativa per noi; restituisce Maria alla Chiesa e all'umanità. Dobbiamo prendere atto con gioia di un grande progresso che si è realizzato nella devozione alla Madonna, nella Chiesa catto­lica, e di cui chi ha vissuto a cavallo del Concilio Vaticano II può rendersi facilmente conto. Prima, la categoria fondamentale con la quale si spiegava la grandezza della Madonna era quella del 'privilegio' o dell’esenzione.

Ma di fatto Maria non è una “privilegiata” ma è Santa  perché ha camminato, anzi ha "progredito" nella fede. Maria si spoglia, dice il predicatore “ apparendo dinanzi a tutti una donna come le altre”.

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Gesù, dice il padre Cantalamessa, spinge Maria “in una corsa senza tregua verso la totale spoliazione, in vista dell'unione con Dio”, conducendola a fare solo la volontà del Padre.

L’atteggiamento di Maria è quello della “docilità assoluta”. E  “la sua risposta a tutto era il silenzio. Non un silenzio di ripiegamento e di tristezza. Quello di Maria fu un silenzio buono”.

Si arriva così passo dopo passo alla “gioia di non fare la propria volontà. Gioia di credere”.

Conclude il padre predicatore: “non abbiamo una Madre che non sappia compatire le nostre infermità, essendo stata provata, lei stessa, in ogni cosa, a somiglianza nostra, eccetto il peccato”. E in questo tempo di prova particolare cita l’antica preghiera del Sub tuum praesidium: "Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, santa Madre di Dio: non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova, ma liberaci da ogni pericolo, o Vergine gloriosa e benedetta."