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Padre Clemente Rebora ed il Movimento dei Focolari

Il rosminiano fu trai primi a credere al movimento fondato da Chiara Lubich

Padre Clemente Rebora |  | pubblico dominio Padre Clemente Rebora | | pubblico dominio

Clemente Rebora è stato uno dei grandi poeti italiani del Novecento. Religioso, è sacerdote e la sua esistenza si snoda in un lungo itinerario al cui termine giganteggia la figura di Cristo.

Nel corso di una conferenza nel 1928 sente una voce interiore che lo chiama alla conversione: ”son cristiano anch'io!” le parole che rimangono scolpite nella mente e nel cuore del giovane che, lasciato tutto, entra come novizio nell'Istituto della Carità, fondato dal futuro beato Antonio Rosmini.

Ordinato sacerdote nel 1936 inizia una fitta attività di apostolato che si divide fra l'insegnamento ai giovani studenti nelle scuole dell'Istituto e la solidarietà ai tanti poveri e bisognosi.

Nel corso del proprio apostolato a Rovereto ha modo di incontrare il movimento dei Focolari, fondato da Chiara Lubich. Insegnante e Terziaria francescana il suo ideale è vivere il Vangelo con integrità ed amore. Ed è l'amore il segreto che Chiara Lubich vive nella propria riflessione volendolo trasmettere agli altri.

Seguita da questa consapevolezza, il 7 dicembre 1943, nella cappella della comunità dei Padri cappuccini pronuncia il suo si definitivo a Dio ed alla Chiesa.

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Consacrata laica con straordinaria modernità dà vita a questa nuova identità, a Trento, nella quale la vicinanza ai piccoli del Vangelo e la radicalità di quel messaggio ne sono parte.

Padre Rebora, di comunità a Rovereto negli anni cinquanta, vede nascere questa famiglia.

Il rettore della comunità dei Padri rosminiani, don Carlo Pagani, confidando nel gran bene di ciò che vede nascere mette da subito a disposizione un locale nel Palazzo Rosmini nel quale i focolarini possono incontrarsi vivendo la comunità.

Come confessore è nominato padre Rebora, il quale nella testimonianza dei tanti appartenenti al gruppo è ricordato per la gentilezza, il sorriso e la ferma benevolenza nel vedere nella nuova aggregazione l'opera del vangelo.

Nel 1950 il vescovo di Trento lo nomina delegato per il Movimento, incaricandolo di seguire la nascente opera.

Padre Rebora coscienzioso ed attento a quella Carità professata nell'Istituto scrive una relazione sul lavoro svolto (Relazione sul Movimento dell'Unità)  in cui constata il gran bene prodotto dai focolarini e nel trasmetterlo nella realtà di tutti i giorni.

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Attento al volto di Dio segue con cura ed attenzione i membri del Focolare vedendo in loro un'opera buona ed aderente al cuore della fede.

Lasciata la comunità di Rovereto ed inviato in un'altra realtà il sacerdote terrà il ricordo della vitalità  e dell'adesione al vangelo vissute da Chiara Lubich e dai giovani focolarini.

Clemente Rebora, assorto in Dio, spira il 1° novembre 1957 dopo un lungo periodo di sofferenza fisica trasfigurato in quel Regno, nel quale visse la propria esperienza umana e spirituale.