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Padre Domenico Roberto, un coerente testimone del Vangelo

La chiesa di San Gioacchino ai Prati di Castello |  | ACI Stampa La chiesa di San Gioacchino ai Prati di Castello | | ACI Stampa

Ricordare padre Domenico Roberto C.SS.R. (1915-1978) è tenere a mente la figura di un religioso che nell'ordinario svolgimento dei suoi doveri ha speso la sua vita per portare il buon profumo del Vangelo nel luoghi nei quali si è trovato ad agire.

Nato il 28 ottobre 1915 ad Ascoli Satriano (FG) giovanissimo, secondo l'uso del suo tempo, entrò nella Scuola Apostolica di Scifelli (FR) seguendo tutto il corso formativo, per poter diventare un Missionario redentorista.

I Redentoristi, fondati da Sant'Alfonso Maria De Liguori, il 9 novembre 1732 presso Scala, sono una congregazione religiosa che ha lo scopo di predicare il vangelo alle popolazioni più disagiate.

Ordinato sacerdote nel 1938, Padre Roberto, per volontà dei superiori che in lui scorsero le ottime doti intellettuali e religiose, lo destinarono alla formazione dei futuri missionari.

Laureato in matematica, professore, prefetto degli studenti e padre spirituale del Pontificio Seminario Lombardo (1969-1978) in tale veste, espresse i suoi migliori talenti di uomo di fede e di cultura.

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Nel corso della sua esistenza è stato un redentorista cosciente della propria missione e legato spiritualmente al suo fondatore. Responsabilità e serenità furono le costanti del suo agire.

Nella parrocchia di San Gioacchino in Prati, a Roma, nella quale visse il suo ministero molti ancora lo ricordano per il suo essere umile e disponibile. Meritano attenzione le interessanti conferenze che teneva, ai fedeli, sempre aggiornate ed ispirate ai veri valori del Vangelo.

Durante la Seconda Guerra Mondiale (1939-1945) coadiuvò l'attività del parroco Padre Antonio Dressino, Giusto tra le Nazioni, nell'aiutare un buon numero di persone di religione ebraica, nascoste nella cupola della parrocchia romana. Con vero spirito missionario, non esitò a offrire il suo contributo, rischiando la sua stessa esistenza in favore degli altri.

Per la sua coerente testimonianza di vita e per il suo spirito di distacco da ciò che non era il Vangelo, fu scelto per aggiornare le Costituzioni della Congregazione redentorista, durante il Concilio Ecumenico Vaticano II.

Già da diversi anni malato, si spense il 4 ottobre 1978 presso il Policlinico Universitario Agostino Gemelli, lasciando un ottimo ricordo nelle persone che hanno avuto la gioia di conoscerlo.

Al suo funerale (6 ottobre 1978) presso la parrocchia di San Gioacchino in Prati, erano presenti oltre al Padre generale, una quarantina di concelebranti, i quali hanno testimoniato l'affetto nei confronti di questo religioso che, con il suo esempio silenzioso ed autentico, ha portato Cristo a coloro che incontrava.

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