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Padre Luis Gonçalves da Cámara, la “penna” di Sant’Ignazio di Loyola

La nascita dell’Autobiografia del santo spagnolo

Una edizione spagnola della Una edizione spagnola della "Biografia" | | editorialverbum.es

Se si pensa a Sant'Ignazio di Loyola, tutti associamo al suo nome uno dei capolavori della letteratura cristiana di tutti i tempi, gli Esercizi spirituali.

Rimane, invece, un po’ dimenticata la sua Autobiografia, testo altrettanto importante per comprendere non solo la spiritualità del fondatore della Compagnia di Gesù, ma anche l’uomo Ignazio e l’itinerario di vita che lo ha portato a essere il fondatore di una delle istituzioni religiose  più importanti della storia della Chiesa. 

La sua Autobiografia, conosciuta anche come Il racconto del Pellegrino, è stata dettata dal santo spagnolo nei suoi ultimi anni di vita (1553-1555) al devoto compagno gesuita Luis Gonçalves da Cámara. Dopo essere rimasto inedito per tre secoli e mezzo, Il racconto fu pubblicato nel testo originale solo all’inizio del Novecento. Questo testo rappresenta il resoconto del suo vertiginoso itinerario spirituale e umano; in queste pagine, vi è tutta l’epopea della vita del santo: dalle rivelazioni di Manresa ai viaggi in Palestina e in Italia; dagli studi a Parigi alla prima formazione della Compagnia di Gesù. 

L’Autobiografia, con la sua prosa rapida e scarna, del tutto priva di vezzi letterari, conserverà comunque il respiro della narrazione orale,  senza mai incorrere in commenti personali dell’autore: il testo, infatti, presenta al lettore i fatti e le cronache della biografia del santo in una sequenza minuziosa che rende il testo un vero e proprio "memoriale" nel quale la registrazione  delle storie e dei personaggi si susseguono in una lineare prosa  diaristica.

“A settembre(non mi ricordo quale giorno fosse) il Padre mi chiamò e cominciò a narrarmi, con chiarezza e precisione, tutta la sua vita e le sue ragazzate, con tutte le loro circostanze. In seguito mi chiamò, nello stesso mese, altre tre o quattro volte(...). Il modo di narrare del Padre è quello che gli è abituale in tutte le cose, cioè così chiaro che sembra che renda presente all’altro tutto il passato. (...) Io, senza dire niente al Padre, andavo immediatamente a metterlo per iscritto, dapprima in forma di appunti di mia mano, poi in maniera più estesa, come ora risulta scritto. Ho cercato di non introdurre nessuna parola che non l’abbia udita dal Padre, e se in qualche cosa temo di avere mancato, è nel non essere riuscito a rendere bene la forza di alcune parole del Padre, proprio per non essermene voluto discostare”. Sono le parole del Prologo di Padre Luis Gonçalves da Câmara al Racconto del Pellegrino.

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Ma chi è questo misterioso personaggio che nell’Autobiografia è divenuto l’ “ombra” di Sant’Ignazio di Loyola? Quale è stata la sua vita? Luis Gonçalves da Câmara nasce intorno al 1519 sull'isola portoghese di Madeira, dove suo padre era governatore. Nel 1535 inizia gli studi presso il Collegio di Santa Barbara dell'Università di Parigi: qui conosce San Pietro Favre (1506-1546) e altri compagni di Ignazio di Loyola. Dopo gli studi parigini, torna in Portogallo per iniziare gli studi in Teologia presso l'Università di Coimbra. Entrato nella Compagnia di Gesù nella stessa città portoghese, viene inviato per alcuni mesi per intraprendere il noviziato a Valencia, in Spagna. Tornato a Coimbra, nel 1547 viene nominato Rettore del Collegio dei Gesuiti. Nel 1548, farà parte, con Joao Nunes Barreto (1517-1562), il futuro Patriarca d'Etiopia, della prima missione dei Gesuiti a Tetouan (Marocco), incaricata di fornire aiuto spirituale ai portoghesi.

Giunto a Roma nel 1553, inviato da Miguel de Torres (1509-1593) come Visitatore della Provincia del Portogallo, stringe un legame profondo con il fondatore della Compagnia, Ignazio. Sarà proprio di quest’anni l’inizio della stesura dell’Autobiografia del santo spagnolo: Gonçalves, infatti, riuscì a convincere il fondatore e primo Superiore Generale della Compagnia, ad accogliere le ripetute richieste di alcuni suoi compagni - Jerónimo Nadal (1507-1580) e Juan Alfonso de Polanco (1517-1576) - di dettare le sue memorie. 

Fu così che con il titolo di “Acta Patris Ignatii”, il padre gesuita registrò per iscritto quanto Ignazio raccontò della sua vita, tra i suoi primi anni di vita e l'anno 1538. La narrazione si svolse in tre distinte occasioni: settembre 1553, marzo 1555, e  settembre-ottobre 1555. Gonçalves tenne, inoltre, un “Memoriale” dei suoi giorni alla Casa Generalizia della Compagnia di Gesù. La stesura di questo testo lo occupò fino al giorno della sua morte avvenuta a Lisbona il 15 marzo del 1575.