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Papa Francesco a Bari, e quell’incontro ecumenico che non ci fu ad Helsinki

Vescovo Teemu Sippo | Il vescovo Teemu Sippo di Helsinki (il primo sulla sinistra) con una delegazione ecumenica finlandese durante una recente visita al Patriarcato di Mosca | mospat.ru Vescovo Teemu Sippo | Il vescovo Teemu Sippo di Helsinki (il primo sulla sinistra) con una delegazione ecumenica finlandese durante una recente visita al Patriarcato di Mosca | mospat.ru

Sarà nella Basilica di Bari che si terrà il primo momento di preghiera ecumenica per la pace in Medio Oriente voluto da Papa Francesco. E la scelta di Bari non è un caso: è la città ecumenica per eccellenza, dove tradizione cattolica e tradizione bizantina si incontrano. Ma c’è un’altra città, insospettabile, che sarebbe potuta essere il terreno di uno storico incontro ecumenico: Helsinki.

La storia la racconta ad ACI Stampa il vescovo Teemu Sippo, il primo vescovo di origine finnica in 500 anni a guidare la piccola comunità cattolica di Finlandia. Helsinki, in fondo, sarebbe potuto essere il teatro del primo storico incontro un Papa e un Patriarca della Chiesa di Mosca.

Bisogna fare una premessa. Prima dello storico incontro tra Papa Francesco e Kirill a Cuba, nel febbraio 2016, erano stati molti i tentativi di fare incontrare il capo della cristianità con il capo della più grande (per numero) confessione ortodossa al mondo.

Era tutto pronto a Graz, nel 1998, per un incontro tra San Giovanni Paolo II e l’allora patriarca ortodosso di Mosca Alexey II, poi saltato.

A più riprese si era tentato con Benedetto XVI, forti del rapporto molto personale che lo legava al Patriarca Kirill, che il Papa emerito aveva incontrato come Capo delle Relazioni Estere del Patriarcato di Mosca prima della sua elezione a Patriarca. Un possibile scenario per un incontro tra i due fu il viaggio in Croazia, nel 2011. Ma si era pensato anche a Bari, porto ecumenico per eccellenza. E infine, l’idea di un posto completamente neutro: Helsinki.

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D’altronde, da Helsinki, da anni, parte un pellegrinaggio ecumenico di luterani e ortodossi che, nella Settimana dell’Unità dei Cristiani a fine gennaio, va in udienza dal Papa. Nasce così l’idea di proporre Helsinki come scenario di quello che sarebbe stato il primo storico incontro tra un Papa e un Patriarca di Mosca.

“L’idea – racconta il vescovo Sippo – fu del nunzio che allora serviva presso i Paesi Scandinavi, l’arcivescovo Giovanni Tonucci. Non fu una idea della diocesi. Ma io fui incaricato di chiedere al Patriarca Kirill se avrebbe almeno considerato di venire ad Helsinki e di incontrare lì il Santo Padre”.

La proposta cadde nel vuoto. “Il patriarca Kirill – aggiunge il vescovo Sippo – non mi fece mai avere una risposta. Credo non fosse il momento giusto per un incontro, sarebbe stato soprattutto un atto dimostrativo”.

Tanto più che c’è un mondo ortodosso conservatore che non vuole nemmeno sentire parlare di un avvicinamento con Roma, nota il vescovo di Helsinki. “Anche l’incontro di Cuba – sottolinea – fu accompagnato da proteste da parte ortodossa, ma oggi c’è stato uno sviluppo nello spirito ecumenico, non solo in Russia, ma anche altrove, e dunque è più possibile essere più aperti in questo campo”.

Ma perché si pensò ad Helsinki come possibile scenario di un incontro ecumenico? “Forse – dice il vescovo Sippo – l’idea era che ad Helsinki sia la Chiesa Cattolica che la Chiesa ortodossa sono minoranza, e per questo il posto era considerata neutrale”.

L’incontro, alla fine, non avvenne, e tutto si sviluppò verso lo storico incontro di Cuba, territorio ancora più neutrale perché fuori dall’Europa e da qualunque possibile influenza culturale esercitata dalla Chiesa cattolica e dalla Chiesa ortodossa.

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C’è anche la storia di questo percorso dietro l’incontro di Bari, che negli ultimi due anni ha preso sempre più il carattere della città ecumenica per eccellenza: la Basilica di San Nicola è un tempio dell’ecumenismo, ed è stata visita dal Patriarca Bartolomeo a dicembre 2016, ma è stata anche teatro della traslazione delle reliquie di San Nicola verso la Russia, un simbolo di una rinnovata diplomazia delle reliquie che in qualche modo ha unito Mosca e Costantinopoli.

E questo sebbene le dispute non manchino: non ci sarà, a Bari, il Patriarca Kirill, mentre ci sarà il Patriarca Bartolomeo, impegnato anche nel delicato compito di valutare l’idea di una possibile autocefalia in Ucraina che di certo non piace al mondo ortodosso russo. Non si riproporrà, dunque, un secondo incontro dopo l’Avana. Ma ci sarà il metropolita Hilarion, che torna a Bari dopo avervi ricevuto una laurea honoris causa nel dicembre 2017.

Forse, di nuovo Bari sarà teatro di una primavera ecumenica. Ma allo stesso tempo, non è da dimenticare che questa primavera ecumenica poteva sbocciare ad Helsinki già sei anni fa.