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Papa Francesco, a quanti arriva il messaggio di Gesù tramite “L’Osservatore Romano”?

Il Papa visita il Dicastero per la Comunicazione e mette in guardia da un funzionalismo che inibisce l'attività

Papa Francesco alla Radio Vaticana |  | Vatican Media
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 “La domanda che voi vi dovete fare è: “Quanti? A quanti arriva?”, perché c’è il pericolo – per tutte le organizzazioni – il pericolo di una bella organizzazione, un bel lavoro, ma che non arrivi dove deve arrivare... Un po’ come il racconto del parto del topo: la montagna che partorisce il topolino... Tutti i giorni fatevi questa domanda: a quanta gente arriviamo? A quanti arriva il messaggio di Gesù tramite “L’Osservatore Romano”? Questo è molto importante, molto importante!”.

Papa Francesco lo ha detto questa mattina nella sua visita alla sede dei media della Santa Sede a Palazzo Pio.  Non proprio una frase che manifesta entusiasmo, eppure la riforma dei media con l’accentramento è stata voluta da lui e con persone di sua fiducia. 

Al suo arrivo è stato accolto dai vertici del Dicastero che il Papa stesso ha voluto: Paolo Ruffini, monsignor Lucio Adriàn Ruiz.

Un giro nei corridoi, un preghiera in cappella e la visita ai diversi settori fino al saluto nella Sala Marconi.

Nel breve saluto il Papa ha detto: “Ho visto questo Palazzo ben sistemato, e questo mi piace. L’unità del lavoro... Il problema è che questo sistema così grande e complicato funzioni. Mi viene in mente un’abitudine in Argentina, quando qualcuno era nominato a una carica importante, la prima cosa che faceva era andare da Nordiska, una ditta per fare gli ambienti, senza guardare la sua scrivania, il suo studio, mandava a fare tutto nuovo, tutto perfetto, bello. 

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La prima decisione che prendeva quel ministro, quel funzionario. Poi, non funzionava”. Insomma non al funzionalismo per il Papa, troppi passaggi bloccano il lavoro etc, Ma la struttura è nata sempre per volere del Papa stesso, che ora sembra poco contento del risultato. 

E ha detto stamattina:  “Per esempio, io sono capo di una sezione, sono il segretario di quella sezione, il capo. Ma ho sette sotto-segretari. Sempre tutto bene, bene. Qualcuno ha una difficoltà, va dal sottosegretario che deve risolvere, che dice: “Aspetta un attimo, poi ti rispondo”. Prende e chiama il segretario... Cioè: non servono. Incapaci di decidere, incapaci di mettere il proprio. Il funzionalismo è letale. Addormenta un’istituzione e la uccide. State attenti a non cadere in questo: non importa quanti posti ci sono, se quello studio è bello o non è bello.

 Importa che funzioni, che sia funzionale, e non vittima del funzionalismo. State bene attenti, bene attenti a questo. E quando una cosa è funzionale, aiuta la creatività. Il vostro lavoro dev’essere creativo, sempre, e andare oltre, oltre, oltre: creativo. Questo si chiama funzionare. Ma se un lavoro è troppo bene ordinato, alla fine finisce ingabbiato e non aiuta. Questa è l’unica cosa che, vedendo una organizzazione così bella, così ben fatta, vedendovi tutti insieme, mi viene di dire: state attenti!

Niente funzionalismo. Sì, funzionale al lavoro, quello che dovete fare. E perché una struttura sia funzionale, bisogna che ognuno abbia la libertà sufficiente per funzionare. Che abbia la capacità di rischiare e non andare a chiedere permesso, permesso, permesso...: questo paralizza. Funzionale, non funzionalistico. Capito? Avanti e coraggio. Grazie!”.