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Papa Francesco ai Comboniani: “Evangelizzare è andare oltre i vostri limiti”

Incontrando il capitolo generale dei Comboniani, Papa Francesco definisce i carismi della missione

Papa Francesco, Comboniani | Papa Francesco in udienza con i Comboniani, Palazzo Apostolico Vaticano, 18 giugno 2022 | Vatican Media / ACI Group Papa Francesco, Comboniani | Papa Francesco in udienza con i Comboniani, Palazzo Apostolico Vaticano, 18 giugno 2022 | Vatican Media / ACI Group

Avevano invitato il Papa nella loro casa a celebrare la festa del Sacro Cuore, il prossimo venerdì. Papa Francesco non andrà, ma riceve i Missionari Comboniani del Cuore di Gesù in occasione del loro XIX capitolo generale, il cui tema è “Io sono la vitte, voi i tralci. Radicati in Cristo insieme a Comboni”.

Papa Francesco nota che “la missione dipende dall’unione con Cristo e dalla forza dello Spirito Santo”, tanto che lo stesso Gesù ha detto agli apostoli che senza di lui non possono fare nulla, perché, nota Papa Francesco, “noi possiamo fare tante cose: iniziative, programmi, campagne… tante cose; ma se non siamo in Lui, e se il suo Spirito non passa attraverso di noi, tutto quello che facciamo è nulla ai suoi occhi, cioè non vale nulla per il Regno di Dio”.

Il segreto della vita cristiana, aggiunge Papa Francesco, è proprio fare in modo che l’amore di Cristo agisca dentro di noi, ed è soprattutto “il segreto della missione dovunque, in Europa come in Africa e negli altri continenti”.

Dice Papa Francesco: “Il missionario è il discepolo che è così unito al suo Maestro e Signore, che le sue mani, la sua mente, il suo cuore sono ‘canali’ dell’amore

di Cristo. Perché il ‘frutto’ che Lui vuole dai suoi amici non è altro che l’amore, il suo amore, quello che viene dal Padre e che ci dona con lo Spirito Santo”.

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Papa Francesco ricorda che Daniele Comboni, ma anche Madre Cabrini, “hanno vissuto la loro missione sentendosi animati e spini dal cuore di Cristo”, e questa spinta “ha permesso loro di uscire e di andare oltre: non solo oltre limiti e confini

geografici, ma prima ancora oltre i loro stessi limiti personali”.

Il Papa osserva che è proprio la spinta dello Spirito Santo a farci uscire “da noi stessi, dalle nostre chiusure, dalla nostra autoreferenzialità, e ci fa andare verso gli altri, verso le periferie, là dove maggiore è la sete di Vangelo”.

Papa Francesco ricorda che “il tratto essenziale del Cuore di Cristo è la misericordia, la compassione, la tenerezza”, ed è lo stile che devono avere i missionari, perché “la misericordia, la tenerezza è un linguaggio universale che non conosce confini”, e che va portato non solo come singoli missionari, ma soprattutto come comunità.

Papa Francesco approva i quattro aspetti su cui si è lavorato nel Capitolo (la regola di vita, il cammino formativo, la ministerialità e la comunione dei beni), e il discernimento riguarda “la modalità, il modo in cui impostare e vivere questi elementi, perché possano rispondere il più possibile alle esigenze della missione, cioè della testimonianza”.

Papa Francesco rimarca “che anche qui, anche nell’impegno su questi quattro aspetti – tra loro interconnessi – bisogna che tutto si faccia nella docilità allo Spirito, così che le necessarie pianificazioni, i progetti, le iniziative, tutto risponda alle esigenze dell’evangelizzazione, e intendo anche allo stile dell’evangelizzare: che sia gioioso, mite, coraggioso, paziente, pieno di misericordia, affamato e assetato di giustizia, pacifico”.

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Si tratta dello “stile delle Beatitudini”, con una comunità evangelizzatrice che si dispone “ad accompagnare l’umanità in tutti i suoi processi, per quanto duri e prolungati possano essere”.

Papa Francesco ricorda che l’evangelizzazione “usa molta pazienza”, e sa “sempre festeggiare,” perché “celebra e festeggia ogni vittoria”.