I “laici” e i “martiri”, fondamento della Chiesa cattolica in Corea, ma anche il ricordo del recente viaggio e la richiesta di diffidare dal “benessere religioso”, che rende la fede “all’acqua di rose”. Ieri l’incontro con i vescovi per la visita ad Limina; oggi papa Francesco ha incontrato nella basilica di San Pietro una delegazione della comunità coreana, che lo ha voluto ringraziare per la sua presenza a Seoul e nel paese asiatico.

“Voi siete Chiesa di martiri – ha ricordato il papa -, e questa è una promessa per tutta l’Asia. Andate avanti. Non mollare. Niente mondanità spirituale, niente. Niente cattolicesimo facile, senza zelo. Niente benessere religioso. Amore a Gesù Cristo, amore alla croce di Gesù Cristo e amore alla vostra storia”. “La vostra Chiesa – ha detto ancora Francesco - è stata “annaffiata” col sangue dei martiri, e questo ha dato vita. Per favore non cedete”; “se voi – ha continuato - non andate avanti con la forza della fede, con lo zelo, con l’amore a Gesù Cristo, se voi diventate morbidi – cristianesimo “all’acqua di rose”, debole - la vostra fede andrà giù”.

Insomma, in altre parole, il concetto del “benessere religioso”, frutto del "diavolo furbo", può essere assimilato al concetto più volte ripreso di “mondanizzazione”. Ma è lo stesso papa a spiegare la sua idea, citando un aneddoto della persecuzione religiosa giapponese, subita dai coreani: “quando nella persecuzione religiosa, facevano ai cristiani le torture – anche da voi, tante torture – poi li portavano in carcere; ma un mese prima del giudizio, quando dovevano fare l’apostasia, li portavano in una casa bella, davano loro da mangiare bene, in un bel benessere”. Tutto questo serviva “per ammorbidire la fede, perché trovassero il piacere di stare bene, e poi proponevano loro l’apostasia e loro cedevano, perché si erano indeboliti”, “così alcuni crollavano e andavano giù, mentre altri lottavano fino alla fine e morivano”.

Per non cedere alla tentazione, bisogna tornare alle origini della fede, senza fermarsi nell’opera di evangelizzazione: “La vostra Chiesa – ha detto il papa - è stata portata avanti durante due secoli soltanto da parte dei laici. Aiutate i laici ad essere consapevoli di questa responsabilità. Loro hanno ereditato questa gloriosa storia. Primo, i laici: che siano coraggiosi come i primi!”.

Il ricordo di quel viaggio è ancora forte per Francesco: “Ho sempre nel cuore – ancora non se ne è andata! – la gioia della visita in Corea. E’ stata una visita bellissima, bellissima, e non posso dimenticare la vostra fede e il vostro zelo. Voglio ringraziare per questo. A voi Vescovi chiedo per favore, tornando in patria, di portare i miei saluti alla comunità coreana e ai coreani tutti, anche ai non cattolici, perché è un popolo che mi ha edificato. E non dimentico quella giornata della beatificazione, tanto piena di gente, tanto piena! Portate i miei saluti”.