“Non c’è il matrimonio express”, perché “fare di due vite una vita sola, è anche un miracolo, miracolo della libertà e del cuore, affidato alla fede”. Per questo il fidanzamento è un cammino per costruire insieme quella che “è un’alleanza artigianale”, “l’alleanza d’amore tra l’uomo e la donna, alleanza per la vita”.

Papa Francesco continua il suo ciclo di catechesi del mercoledì dedicate alla famiglia. Oggi in particolare ha parlato del fidanzamento, definendolo “un percorso di vita che deve maturare”: “C'è una strada di maturazione dell'amore, fino al momento del matrimonio”, ha detto. Con un chiarimento: “essere fidanzati ed essere sposi non è lo stesso”, “non devono essere bruciate le tappe di un cammino”.
Il Papa cita i Promessi Sposi, “capolavoro che la letteratura italiana vi ha offerto”. Lì, dice, “vedrete la sofferenza ma anche la fedeltà dei fidanzati”.

A coloro che si stanno preparando al matrimonio, il Papa chiede di “pregare la Santa Famiglia di Nazareth perché la famiglia abbia questo cammino di preparazione”; chiede alla piazza un’Ave Maria “per il cammino dei fidanzati, che possano capire la bellezza di questo cammino verso il matrimonio” e alla fine augura una “buona strada di fidanzamento”.

Perché si tratta di una strada necessaria nonostante “la cultura e la società odierna sono diventate piuttosto indifferenti alla delicatezza e alla serietà di questo passaggio – chiarisce il Papa -. E d’altra parte, non si può dire che siano generose con i giovani che sono seriamente intenzionati a metter su casa e mettere al mondo figli! Anzi, spesso pongono mille ostacoli, mentali e pratici”.

Anche “le nostre ‘coordinate sentimentali’ sono andate un po’ in confusione – continua -. Chi pretende di volere tutto e subito, poi cede anche su tutto – e subito – alla prima difficoltà (o alla prima occasione). Non c’è speranza per la fiducia e la fedeltà del dono di sé, se prevale l’abitudine a consumare l’amore come una specie di ‘integratore’ del benessere psico-fisico. L’amore non è questo! Il fidanzamento mette a fuoco la volontà di custodire insieme qualcosa che mai dovrà essere comprato o venduto, tradito o abbandonato, per quanto allettante possa essere l’offerta”.

Il “cammino” prima del matrimonio – dice Papa Francesco – “ha a che fare con la fiducia, la confidenza, l’affidabilità”. Uomo e donna imparano a conoscere sé stessi a partire da “questo uomo” e “questa donna”, in una reciprocità che è anche univocità. Si tratta di avere “Confidenza con la vocazione che Dio dona, perché il matrimonio è anzitutto la scoperta di una chiamata di Dio. Certamente è una cosa bella che oggi i giovani possano scegliere di sposarsi sulla base di un amore reciproco. Ma proprio la libertà del legame richiede una consapevole armonia della decisione, non solo una semplice intesa dell’attrazione o del sentimento, di un momento, di un tempo breve”.

“Il fidanzamento, in altri termini – aggiunge Bergoglio -, è il tempo nel quale i due sono chiamati a fare un bel lavoro sull’amore, un lavoro partecipe e condiviso, che va in profondità. Ci si scopre man mano a vicenda.

Cita i percorsi prematrimoniali, spesso vissuti “controvoglia”, ma che invece si dimostrano un’occasione “spesso unica” per un discernimento “non banale” sulla coppia.

“Sì – ammonisce il Papa -, molte coppie stanno insieme tanto tempo, magari anche nell’intimità, a volte convivendo, ma non si conoscono veramente. Sembra strano, ma l’esperienza dimostra che è così. Per questo va rivalutato il fidanzamento come tempo di conoscenza reciproca e di condivisione di un progetto. Il cammino di preparazione al matrimonio va impostato in questa prospettiva, avvalendosi anche della testimonianza semplice ma intensa di coniugi cristiani. E puntando anche qui sull’essenziale: la Bibbia, da riscoprire insieme, in maniera consapevole; la preghiera, nella sua dimensione liturgica, ma anche in quella “domestica”, da vivere in famiglia”.

Non bisogna sottovalutare i sacramenti, “la Confessione, a cui ritornare con gioia spesso dopo tanto tempo; la Comunione, in cui il Signore viene a dimorare nei fidanzati e li prepara ad accogliersi veramente l’un l’altro “con la grazia di Cristo”; e la fraternità con i poveri e con i bisognosi, che ci provocano alla sobrietà e alla condivisione”.

“Tutto questo – ha proseguito Francesco -porta a preparare la celebrazione del Matrimonio in modo diverso, non mondano ma in modo cristiano”.
Al termine dell’udienza generale, salutando i pellegrini di lingua italiana il Papa ha ricordato la figura di San Filippo Neri, “di cui celebriamo il quinto centenario della nascita” e di cui ieri si celebrava la memoria liturgica. “La sua attenzione per l’oratorio – ha detto - stimoli voi, cari giovani, a testimoniare con gioia la fede nella vostra vita; il suo abbandono in Cristo Salvatore sostenga voi, cari ammalati, nei momenti di maggiore sconforto; e il suo apostolato nelle periferie inviti voi, cari sposi novelli, a sostenere i più deboli e bisognosi della vostra famiglia”.