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Papa Francesco: amare il prossimo non significa essere "stazioni di servizio"

Papa Francesco      |  | Daniel Ibanez CNA Papa Francesco | | Daniel Ibanez CNA

“Gesù ha insegnato una volta per sempre che l’amore per Dio e l’amore per il prossimo sono inseparabili, anzi, di più, si sostengono l’un l’altro. Pur se posti in sequenza, essi sono le due facce di un’unica medaglia: vissuti insieme sono la vera forza del credente!”

Papa Francesco lo ha detto oggi commentando il Vangelo della liturgia domenicale prima della preghiera mariana dell’ Angelus.

Affacciandosi alla finestra del Palazzo Apostolico il Papa ha spiegato che “amare Dio vuol dire investire ogni giorno le proprie energie per essere suoi collaboratori nel servire senza riserve il nostro prossimo, nel cercare di perdonare senza limiti e nel coltivare relazioni di comunione e di fraternità”.

Il “prossimo” dice il Papa, non è qualcuno di pre selezionato, perchè non è cristiano, è pagano, ma chi ha bisogno e “i bisogni del prossimo richiedono certo risposte efficaci, ma prima ancora domandano condivisione”, e anche di una preghiera fatta insieme.

Ecco quindi, dice il Papa, l’invito “ad essere proiettati non solo verso le urgenze dei fratelli più poveri, ma soprattutto ad essere attenti alla loro necessità di vicinanza fraterna, di senso della vita e di tenerezza”.

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Non si deve essere delle semplici “stazioni di servizio”  spiega Francesco e “sarebbe illusorio pretendere di amare il prossimo senza amare Dio; e sarebbe altrettanto illusorio pretendere di amare Dio senza amare il prossimo. Le due dimensioni dell’amore, per Dio e per il prossimo, nella loro unità caratterizzano il discepolo di Cristo”.

Dopo la preghiera il pensiero del Papa è andato alle vittime Copte in Egitto: “esprimo il mio dolore per l’attentato terroristico che due giorni fa ha colpito la Chiesa Copta-ortodossa in Egitto. Prego per le vittime, pellegrini uccisi per il solo fatto di essere cristiani, e chiedo a Maria Santissima di consolare le famiglie e l’intera comunità” e ha recitato un'Ave Maria. 

Un ricordo anche per la beatificazione di Madre Clelia Merloni, fondatrice delle Suore Apostole del Sacro Cuore di Gesù: “Una donna pienamente abbandonata alla volontà di Dio, zelante nella carità, paziente nelle avversità ed eroica nel perdono. Rendiamo grazie a Dio per la luminosa testimonianza evangelica della nuova Beata e seguiamo il suo esempio di bontà e di misericordia”.