Papa Francesco – dopo un confronto con il Cardinale Parolin, Segretario di Stato - per rispondere alle “criticità nella complessa tematica del lavoro nella Curia Romana”, ha approvato l’incorporazione dell’Art. 10bis circa il contratto a chiamata nel Regolamento Generale della Curia Romana.

Nel dettaglio “per lo svolgimento di prestazioni di carattere discontinuo o intermittente, per esigenze tecniche, organizzative o sostitutive ovvero qualora in particolari periodi sorga la necessità di prestazioni non predeterminabili, le Autorità preposte ai singoli Organismi possono stipulare contratti a tempo determinato denominati a chiamata, purché entro i limiti del proprio bilancio. Il contratto a chiamata viene stipulato dal Capo Dicastero, dal quale il lavoratore dipende, previo nulla osta della Segreteria di Stato. I contratti a chiamata possono essere ammessi per un periodo complessivamente non superiore a 665 giornate di effettivo lavoro nell’arco di cinque anni solari”.

Allo stesso tempo il Papa nel medesimo Regolamento ha approvato il permesso di paternità. Il dipendente ha diritto a tre giorni di permesso retribuito in occasione della nascita di un figlio entro e non oltre i trenta giorni dal verificarsi dell’evento.