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Papa Francesco, la esclusione dei migranti è schifosa e criminale

Il Papa canonizza Giovanni Scalabrini e Artemide Zatti e ricorda la Ucraina

Papa Francesco  |  | Vatican Media
Papa Francesco | | Vatican Media
Artemide Zatti |  | Daniel Ibanez / EWTN
Artemide Zatti | | Daniel Ibanez / EWTN
Giovanni Battista Scalabrini |  | Daniel Ibanez / EWTN
Giovanni Battista Scalabrini | | Daniel Ibanez / EWTN

"La fede cristiana sempre ci chiede di camminare insieme agli altri, mai di essere marciatori solitari; sempre ci invita a uscire da noi stessi verso Dio e verso i fratelli, mai di chiuderci in noi stessi; sempre ci chiede di riconoscerci bisognosi di guarigione e di perdono, e di condividere le fragilità di chi ci sta vicino, senza sentirci superiori".

Papa Francesco lo ha detto nella omelia per la canonizzazione del vescovo Giovanni Scalabrini e del cooperatore salesiano Artemide Zatti.

In una celebrazione il piazza San Pietro il Papa ha commentato il Vangelo del giorno con la vicenda dei dieci lebbrosi guariti e parla di "sinodalità" . "Chiediamoci - dice il Papa- quanto siamo davvero comunità aperte e inclusive verso tutti; se riusciamo a lavorare insieme, preti e laici, a servizio del Vangelo; se abbiamo un atteggiamento accogliente – non solo con le parole ma con gesti concreti – verso chi è lontano e verso tutti coloro che si avvicinano a noi, sentendosi inadeguati a causa dei loro travagliati percorsi di vita".

E poi aggiunge a braccio una riflessione sui migranti: per favore includere sempre, è scandalosa la esculsione dei migramti, anzi è criminale, li fa morire davanti a noi e cosi la esclusione dei migrati è schifosa, finiscono nei lager dove sono sfruttati come schiavi, pensiamo ai migrati e quelle che lasciamo entrare li accogliamo come fratelli o li sfruttiamo?

Il Papa sottolinea poi l'importanza del ringraziare Dio:" È una brutta malattia spirituale: dare tutto per scontato, anche la fede, anche il nostro rapporto con Dio, fino a diventare cristiani che non si sanno più stupire, che non sanno più dire “grazie”, che non si mostrano riconoscenti, che non sanno vedere le meraviglie del Signore. E, così, si finisce per pensare che tutto quanto riceviamo ogni giorno sia ovvio e dovuto. La gratitudine, il saper dire “grazie”, ci porta invece ad affermare la presenza di Dio-amore. E anche a riconoscere l’importanza degli altri, vincendo l’insoddisfazione e l’indifferenza che ci abbruttiscono il cuore".

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E in questo i nuovi santi sono un vero esempio: "il Vescovo Scalabrini, che fondò una Congregazione per la cura degli emigrati, affermava che nel comune camminare di coloro che emigrano non bisogna vedere solo problemi, ma anche un disegno della Provvidenza"  E Francesco torna a chiedere di aprire il cuore per i migranti ucraini, "non dimentichiamo la martoriata Ucraina". E poi "il fratello salesiano Artemide Zatti è stato un esempio vivente di gratitudine: guarito dalla tubercolosi, dedicò tutta la vita a gratificare gli altri, a curare gli infermi con amore e tenerezza. Si racconta di averlo visto caricarsi sulle spalle il corpo morto di uno dei suoi ammalati. Pieno di gratitudine per quanto aveva ricevuto, volle dire il suo “grazie” facendosi carico delle ferite degli altri."