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Papa Francesco, combattere con l'accoglienza i criminali che approfittano dei migranti

L'udienza ai promotori della 26.ma edizione del Giàvera Festival

L'udienza di Papa Francesco  |  | Vatican Media L'udienza di Papa Francesco | | Vatican Media

La realtà delle migrazioni nel nostro tempo ha assunto caratteristiche che a volte possono spaventare. Oggettivamente il fenomeno è molto complesso, e purtroppo ci sono gruppi criminali che ne approfittano; i migranti rischiano di essere strumentalizzati anche all’interno dei conflitti geopolitici. Allora cessano di essere persone e diventano numeri. Pertanto c’è più che mai bisogno di luoghi in cui si mettono al centro i volti, le storie, i canti, le preghiere, l’arte dei migranti.”

Papa Francesco lo ha detto agli Organizzatori del Festival interculturale di Giàvera del Montello.

Il Giavera Festival “è diventato un crocevia, un luogo di incontro, di dialogo, di conoscenza reciproca. E anche un luogo dove condividere la speranza, il sogno di un mondo più fraterno” ha detto il Papa ripercorrendo la storia di questa iniziativa. 

“E’ importante - ha detto il Papa- che le vostre esperienze siano anche messe a disposizione della buona politica, per aiutare chi ha responsabilità di governo a livello locale, nazionale e internazionale a fare scelte che sappiano sempre unire il sano realismo con il rispetto della dignità delle persone”. 

Non solo un festival di danze folkloristiche dunque ma un modo per verificare l’efficacia di una eperienza dopo trenta anni di attività: la nostra esperienza è riuscita, e in quale misura, a incidere sul piano delle scelte politiche, dialogando con le istituzioni e con la società civile? Mi sembra importante porsi questa domanda”. 

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E il Papa ha concluso ricordando la figura di Abramo: “un “padre” che come cristiani condividiamo con ebrei e musulmani, ma è una figura in cui possono riconoscersi tutti gli uomini e le donne che concepiscono la vita come viaggio alla ricerca della terra promessa, terra di libertà e di pace, dove vivere insieme come fratelli”.