Il Signore ci consola "con la tenerezza. E’ un linguaggio che non conoscono i profeti di sventura. E’ una parola cancellata da tutti i vizi che ci allontanano dal Signore: vizi clericali, vizi dei cristiani un po’ che non vogliono muoversi, tiepidi. La tenerezza fa paura. Questo è il modo di consolare del Signore: con la tenerezza. La tenerezza consola. Le mamme, quando il bambino piange, lo accarezzano e lo tranquillizzano con la tenerezza: una parola che il mondo d’oggi, di fatto, cancella dal dizionario. Tenerezza". Lo ha ribadito il Papa, stamane, nell'omelia della Messa celebrata a Santa Marta.

"Lo stato abituale del cristiano - ha aggiunto Francesco secondo quanto diffuso da Vatican News - deve essere la consolazione. Anche nei momenti brutti: i martiri entravano nel Colosseo cantando; i martiri di oggi – penso ai bravi lavoratori copti sulla spiaggia della Libia, sgozzati – morivano dicendo Gesù, Gesù! C’è una consolazione, una gioia anche nel momento del martirio. Lo stato abituale del cristiano dev’essere la consolazione, che non è lo stesso dell’ottimismo. Si parla di persone luminose, positive: la positività, la luminosità del cristiano è la consolazione".

Il Papa ha concluso auspicando che ciascuno si "prepari al Natale almeno con la pace: la pace del cuore". Dio "bussa perché noi apriamo il cuore per lasciarci consolare e per lasciarci mettere in pace. E lo fa con soavità: bussa con le carezze".