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Papa Francesco, dobbiamo essere scaltri per assicurarci la vita eterna

All' Angelus domenicale il Papa commenta la parabola dell'amministratore scaltro

Papa Francesco all' Angelus  |  | Vatican Media Papa Francesco all' Angelus | | Vatican Media

“La ricchezza può spingere a erigere muri, creare divisioni e discriminazioni. Gesù, al contrario, invita i suoi discepoli ad invertire la rotta”.

Papa Francesco commenta così la pagina di Vangelo proposta dalla liturgia di oggi. La “ricchezza disonesta” della parabola del Vangelo di Luca è di fatto il denaro dice il Papa. É quello che crea inimicizie.

Ma quello di Gesù invece “è un invito a saper trasformare beni e ricchezze in relazioni, perché le persone valgono più delle cose e contano più delle ricchezze possedute. Nella vita, infatti, porta frutto non chi ha tante ricchezze, ma chi crea e mantiene vivi tanti legami, tante relazioni, tante amicizie attraverso le diverse “ricchezze”, cioè i diversi doni di cui Dio l’ha dotato”.

E aggiunge il Papa: “Gesù indica anche la finalità ultima della sua esortazione: “Fatevi degli amici con la ricchezza, perché essi vi accolgano nelle dimore eterne”. Ad accoglierci in Paradiso, se saremo capaci di trasformare le ricchezze in strumenti di fraternità e di solidarietà, non ci sarà soltanto Dio, ma anche coloro con i quali abbiamo condiviso, amministrandolo bene, quanto il Signore ha messo nelle nostre mani”.

Ecco allora alle indicazioni per ogni cristiano che si pone la domanda: Che cosa farò, ora? "Di fronte alle nostre mancanze e ai nostri fallimenti, Gesù ci assicura che siamo sempre in tempo per sanare con il bene il male compiuto. Chi ha causato lacrime, renda felice qualcuno; chi ha sottratto indebitamente, doni a chi è nel bisogno. Facendo così, saremo lodati dal Signore “perché abbiamo agito con scaltrezza”, cioè con la saggezza di chi si riconosce figlio di Dio e mette in gioco sé stesso per il Regno dei cieli”.

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La invocazione a Maria di Papa Francesco è semplice. Che aiuti i fedeli ad  “essere scaltri nell’assicurarci non il successo mondano, ma la vita eterna, affinché al momento del giudizio finale le persone bisognose che abbiamo aiutato possano testimoniare che in loro abbiamo visto e servito il Signore”.

Dopo la recita della preghiera mariana il Papa ha ricordato che domenica prossima, 29 settembre, ricorrerà la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato. “Per l’occasione- ha detto- celebrerò la Santa Messa qui in Piazza San Pietro. Vi invito a partecipare a questa celebrazione per esprimere anche con la preghiera la nostra vicinanza ai migranti e rifugiati del mondo intero”.

La Celebrazione Eucaristica presieduta dal Santo Padre è organizzata dalla Conferenza Episcopale Italiana  in collaborazione con la Sezione Migranti e Rifugiati del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale della Santa Sede. La CEI ha deciso di unirsi al Santo Padre, chiamando a raccolta in Piazza San Pietro tutti i fedeli e la Sezione Migranti e Rifugiati estende l’invito a tutti coloro che si stanno impegnando pastoralmente a favore di migranti, rifugiati e vittime della tratta, in Italia e all’estero. La Sezione Migranti e Rifugiati ha invitato le diocesi in tutto il mondo a unirsi in preghiera a Papa Francesco, celebrando la GMMR nelle cattedrali.

Un saluto speciale il Papa lo ha rivolto anche ai “partecipanti alla Via Pacis, corsa podistica che ha attraversato questa mattina le strade di Roma, per portare un messaggio di pace, di fraternità e soprattutto di dialogo tra culture e religioni diverse”.