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Papa Francesco e il presidente di Slovenia, a 30 anni dall’indipendenza di Lubiana

Trenta anni fa, la Santa Sede fu tra i primi Stati a riconoscere l’indipedenza della Slovenia e subito dopo aprì le relazioni diplomatiche. È questo il tema principale della visita del presidente Borut Pahor

Papa Francesco e il presidente Pahor | Papa Francesco e il presidente sloveno Pahor, Biblioteca del Palazzo Apostolico, 7 febbraio 2022 | Vatican Media / ACI Group Papa Francesco e il presidente Pahor | Papa Francesco e il presidente sloveno Pahor, Biblioteca del Palazzo Apostolico, 7 febbraio 2022 | Vatican Media / ACI Group

La quarta visita del presidente sloveno da Papa Francesco non è la consueta visita di inizio o di congedo per il mandato presidenziale. Riguarda un anniversario, e un anniversario importante per Lubiana. Trenta anni fa, infatti, la Slovenia proclamò la sua indipendenza, e la Santa Sede fu tra i primi Stati a riconoscere Lubiana, in una nota inviata a Belgrado che comunque sottolineava che la decisione non era un atto di ostilità. Trenta anni dopo, la Slovenia è un Paese nell’Unione Europea, tra i più stabili della regione, e anche promotore di dialoghi regionali come il Forum Strategico di Bled cui ha partecipato, lo scorso anno, anche il Cardinale Pietro Parolin.

Si inserisce in questo quadro la visita di Pahor in Vaticano. Con Papa Francesco, ci sono stati 35 minuti di udienza privata, al termine della quale il pontefice ha donato, come di consueto, il documenti papali, il Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace di quest’anno, il libro sulla Statio Orbis del 27 marzo 2020, curato dalla Libreria Editrice Vaticana.

Il presidente Pahor ha invece donato una raccolta di pannelli di alveare, tipici della Slovenia, e un volume sulle api e il loro rapporto con l’uomo, ma anche una “potička”, dolce tipico sloveno, che il Papa ha mostrato di conoscere ed apprezzare – una delle sue nipoti, Maria Ines, è sposata ad un uomo sloveno.

Nei colloqui in Segreteria di Stato, informa un bollettino della Sala Stampa della Santa Sede, “è stato espresso apprezzamento per le positive relazioni bilaterali e per il dialogo in corso tra la Chiesa e le autorità civili slovene”.

Inoltre, “nel prosieguo della conversazione sono state affrontate diverse tematiche di carattere internazionale e regionale, tra le quali la cooperazione regionale, l’allargamento dell’Unione Europea ai Paesi dei Balcani occidentali e la situazione in Ucraina”.

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Il programma di Pahor ha previsto, in mattinata, anche una Messa nella Basilica di San Pietro, celebrata dall’arcivescovo Stanislav Zore di Lubiana, proprio per commemorare il 30esimo anniversario dell’instaurazione delle relazioni diplomatiche tra la Repubblica di Slovenia e la Santa Sede, e nel pomeriggio parteciperà ad un concerto dell’Ottetto sloveno nella Basilica di Santa Maria Maggiore, un evento organizzato dall’ambasciata slovena presso la Santa Sede come parte delle celebrazioni.

Santa Sede e Slovenia hanno relazioni diplomatiche ufficiali dall’8 febbraio, come conseguenza del riconoscimento della Slovenia da parte della Santa Sede il 13 gennaio 1992.

Come detto, questa è stata la quarta visita di Pahor in Vaticano. Eletto presidente nel 2012, e confermato poi nel 2017, Pahor ha incontrato il Papa il 19 marzo 2013, poi il 17 ottobre 2016 e quindi il 30 maggio 2018. Cinquantotto anni, Pahor è dal 1997 leader dei socialdemocratici, ed è stato parlamentare, europarlamentare, presidente dell’Assemblea nazionale e primo ministro dal 2008 al 2012.