La mondanità spirituale è quanto di “peggio può accadere a un uomo, a una donna consacrati”. Bisogna dire “no ai poteri di questo mondo per confermare il sì al Vangelo.  Il Signore ci vuole a tutti noi servitori, fratelli e sorelle, non primadonna o primo attore, non protagonisti, e alle volte protagonisti di storie tristi e di storie mediocri. No. Il Signore ci vuole lottatori: fuggiamo la tentazione di questo protagonismo mondano”. Lo ha detto Papa Francesco nell’udienza di stamane alla comunità del Pontificio Collegio Nepomuceno.

Guardando alla attualità internazionale, a partire dalla guerra in Ucraina  Francesco chiede di “cercare, nella vita concreta, di gettare ponti là dove ci sono divisioni, distanze, incomprensioni. Anzi, di essere noi stessi dei ponti, strumenti umili e coraggiosi di incontro, di dialogo tra persone e gruppi diversi e contrapposti. Ma questo lo fanno anche meglio le donne: fare dei ponti, perché una donna sa meglio di noi maschi come fare dei ponti, e voi insegnate loro come si fanno dei ponti”.

Rendo omaggio con voi alla memoria di tanti sacerdoti e vescovi, consacrate e consacrati, e anche tanti laici, che, con la grazia di Dio, hanno avuto il coraggio di dire no al regime per rimanere fedeli alla loro vocazione e missione. Questa moltitudine di martiri nascosti, che noi non conosciamo. Dietro alla vostra vita, alla vostra storia ci sono dei martiri”, ha concluso il Papa.